Potrebbe essere stata la paura di perderla a spingere Monica Vinci ad uccider la figlia Chiara Carta con venti coltellate, per poi finirla strozzandola con un cavetto del telefono. La ragazza, che tra un mese avrebbe compiuto 14 anni, avrebbe potuto scegliere di essere affidata al padre Piero.
Questa prospettiva potrebbe essere stato il motivo che avrebbe fatto perdere definitivamente la testa alla madre, che sabato l'ha ammazzata per poi gettarsi dal balcone a Silì, frazione di Oristano. Il padre della ragazzina da tempo cercava di ottenere l'affidamento e già in passato, dopo un ricovero della donna in psichiatria, col suo avvocato aveva puntato sulla non idoneità della donna a occuparsi della figlia. Ma senza risultato. Il rischio di perderla potrebbe essere il movente che sabato pomeriggio ha fatto scattare la furia omicida della donna 50enne che ha infierito sul corpo della figlia con diversi fendenti, per poi strangolarla col cavo di un caricabatterie per smartphone. Dopo il delitto la donna si è lanciata dal balcone e ora è ricoverata in gravi condizioni a Sassari.
«Amore di papà, so che non potrai leggere e rispondere a quello che scrivo, ma il mio cuore vuole comunicare con la tua anima». Piero Carta, vigile urbano di Oristano, per sfogare il suo dolore ha scelto di scriverle una lettera aperta sui social. «Ascoltami figlia mia, la tua vita è stata interrotta ad una tenera età. Papà non ti dimenticherà mai. Fintanto che il suo cuore batterà, continuerai a essere il primo pensiero del giorno - il messaggio si chiude con una promessa -. Ho grandi progetti per fare in modo che tu possa essere sempre ricordata ed essere un valido aiuto per gli altri. Ciao amore mio, ti amo».