L'11 marzo 2025, la Procura di Pavia ha emesso un nuovo avviso di garanzia nei confronti di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, in relazione alla riapertura dell'indagine sul suo assassinio, avvenuto 18 anni fa. Questa decisione segue nuove analisi su reperti che hanno rivelato un'impronta, denominata 'impronta 33', e tracce di DNA maschile identificate come 'Ignoto 3'.
Nonostante il dibattito sulla loro affidabilità, la procura ritiene questi elementi utilizzabili, anche se l'ex comandante Garofano, ora consulente della difesa, ha suggerito che potrebbero essere contaminazioni post-mortem. Ulteriori analisi condotte su tappetino e scale della villetta di Chiara hanno confermato la presenza di tracce ematiche appartenenti esclusivamente a lei, senza segni di DNA maschile.
Le indagini continuano anche sulle unghie di Chiara, ma finora non implicano né Sempio né Stasi. A giugno 2025, durante ispezioni con tecnologie avanzate 3D e scanner, è stata scoperta una nuova impronta di scarpa su un gradino interno, su materiale ematico fresco, un dettaglio mai osservato prima e di potenziale grande rilevanza.

Le audizioni in tribunale e nuove analisi su rifiuti domestici sono iniziate a luglio 2025, e si sta valutando di estendere le analisi alle impronte di oltre sessanta persone presenti sul luogo il giorno del delitto.
Recentemente è stata rivelata un'intercettazione tra Nicola Stasi, padre di Alberto Stasi, e un parente, subito dopo la morte di Chiara. 'Il problema è che...': questa frase apre nuovi scenari sul caso. Durante una trasmissione del 25 luglio su Quarto Grado, è stata trasmessa questa conversazione, che offre nuovi spunti sull'accaduto. Nicola Stasi discute alcuni dettagli cruciali, come il colore del pigiama di Alberto, erroneamente riportato nei giorni seguenti il delitto, e cerca di minimizzare l'importanza di alcune prove trovate sulla scena.
Un punto critico della conversazione riguarda l'alibi di Alberto, con Nicola che ammette l'assenza di un alibi concreto per il figlio, che era sveglio e al computer nell'orario in cui si presume sia avvenuto il delitto. Infine, riporta una telefonata tra la madre di Chiara e Alberto, nei giorni successivi al delitto, un gesto che potrebbe essere visto come un segno di fiducia o vicinanza.
