Cronaca

Saman Abbas, lo zio che indica dov'è il cadavere: «L'ha uccisa la madre»

  • A 9 giorni dall'inizio del processo per l'omicidio di Saman Abbas, spunta il video finito agli atti in cui lo zio Danish Hasnain indica agli agenti di polizia il punto esatto in cui è seppellito il cadavere della 18enne di Novellara uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Il filmato, trasmesso in esclusiva dal TgR Rai, risale al pomeriggio del 18 novembre, il giorno in cui è stato ritrovato il corpo della giovane pakistana.

    Lo zio della vittima si trova in carcere da mesi e le sue indicazioni hanno permesso ai carabinieri di riportare alla luce un cadavere che si cercava dal 30 aprile 2021, il giorno della scomparsa di Saman Abbas. Lo zio della 18enne, ritenuto dagli inquirenti l'esecutore materiale del delitto, ha dichiarato di non aver mai assassinat0 la nipote e di essere arrivato sul luogo della sepoltura soltanto in un secondo momento insieme ai cugini della giovane, perché incaricati dal padre di far sparire il corpo. Entrambi, secondo quanto da lui dichiarato, avevano dato la colpa alla madre di Saman, Nazia Shaeen, l'unica ancora latitante.

    «Non voglio avere una condanna per colui che ha ucciso Saman», ha detto l'uomo davanti alle forze dell'ordine. «Quella sera - ha spiegato - Shabbar mi ha chiamato verso le 22.30 circa. Non ho risposto perché pensavo fosse ubriaco, dopo tante telefonate a cui non ho risposto ho spento il cellulare e mi sono messo a dormire. Mentre dormivo sono arrivati nella mia camera da letto Nomanulaq Nomanulaq e Jaz Kiram, che mi hanno svegliato e chiedo di andare a casa di Shabbar. Hanno detto che qualcuno era morto, senza dirmi chi».

    Secondo quanto ricostruito da La Repubblica, Danish Hasnain avrebbe quindi seguito i nipoti fino alle serre dove sarebbe avvenuto l'omicidio. «Ho visto il cadavere di Saman, ho baciato la sua fronte. Volevo recarmi a casa di Shabbar con il corpo in braccio, ma i cugini mi hanno fermato perché c'erano le telecamere e dicevano che mia nipote era stata uccisa dalla moglie di Shabbar. Nella casa abbandonata c'era già la pala per scavare la fossa, mi hanno chiesto di accompagnarli per aiutarli a scavare, ma io non riuscivo perché stavo male. Per il dispiacere piangevo, a un certo punto mi sono allontanato perché non riuscivo a guardare mentre la seppellivano. Dopo che ho raccontato queste cose non potrò più tornare in Pakistan perché gli uomini di Shabbar mi farebbero uccider», ha concluso Hasnain.

    A quanto si apprende, però, secondo gli inquirenti, la versione di Hasnain non sarebbe credibile e al momento vi sarebbe in corso una sorta di «scaricabarile» nel gruppo familiare che ha organizzato l'omicidio, in vista del processo che prenderà il via il 10 febbraio.

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