Cronaca

Roma i narcos puntano sempre di più sui Baby pusher

  • Minori reclutati dai clan dei narcos per assicurarsì l'impunità. Vengono utilizzati come vedette o spacciatori perché per la legge non sono punibili e si mimetizzano facilmente senza dare nell'occhio. Si chiama modello criminale Di Lauro, il clan che prima di tutti nel napoletano, utilizzò i bambini come spacciatori.

    Le organizzazioni di narcotrafficanti che gestiscono le piazze di spaccio della Capitale, li preferiscono ai maggiorenni per via della loro maggiore affidabilità e perché sono più manovrabili e ricattabili con le loro famiglie di appartenenza. È questo il nuovo allarmante fenomeno dell'impiego dei adolescenti nella vendita di droga per strada o per le consegne a domicilio. Lo conferma il numero di arresti e di denunce messi a a segno dalle forze di polizia, che spesso però si trovano inermi di fronte a baby pusher, che al massimo vengono segnalati al tribunale per i minorenni.

    L'impiego da parte della criminalità dei ragazzini nella filiera dello spaccio è visibile sotto gli occhi di tutti nella periferie dove sono attive le famiglie e i clan di narcotrafficanti. A sud nel quadrante di Tor Bella Monaca, a via dell'Archeologia, in via Quaglia e in via Giovan Battista Scozza e in via Camassei, intorno alla grotta detta del buco, si contano ormai decine di pusher minori che cedono dosi di cocaina, eroina e hashish ai tossicodipendenti. Lo stesso scenario è presente anche a San Basilio dove il territorio è controllato dal clan Marando, e dalle famiglie Pupillo e Cataldi che utilizzano manovalanza spesso costituita da minorenni. Nel quartiere del Quarticciolo, invece, dove lo spaccio è controllato dalle famiglie dei De Vito, Pace e Cori, i ragazzini vengono utilizzati come vedette e messi agli angoli delle strade per segnalare l'arrivo delle forze di polizia.

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