Un'infermiera 49enne dell'Asl di Piacenza, Vita Bagnulo, che risulta iscritta all'Ordine professionale di Venezia, è stata arrestata mercoledì perché accusata di aver iniettato soluzione fisiologica al posto dei vaccini e certificato tamponi fasulli per garantire il Green Pass a no vax compiacenti in cambio di soldi. La donna aveva approntato un vero e proprio tariffario: 250 euro per una inoculazione fasulla, 500 euro per falsificare un tampone. La professionista, che non era una no-vax ma regolarmente vaccinata, è accusata di falso e corruzione.
L'infermiera è stata arrestata nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Procura di Piacenza, in cui risultano 25 indagati in tutto. Ai domiciliari un complice. Sono scattate perquisizioni a Piacenza e nel Lodigiano da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo e dei colleghi del Nas: le accuse sono corruzione e falso. Sono stati sequestrati, e annullati, i Green pass a 18 persone di Piacenza che si sarebbero rivolte all'infermiera, che in passato aveva prestato servizio negli hub vaccinali della città emiliana. Ma il numero potrebbe essere più elevato.
La donna andava nel centro vaccinale, dove aveva prestato servizio da volontaria, raccontando di aver persuaso conoscenti restii a vaccinarsi, che avrebbero accettato le iniezioni solo da lei: così facendo, convinceva i vaccinatori a farsi da parte, lasciandola da sola. In alcuni casi avrebbe iniettato soluzione fisiologica, in altri avrebbe semplicemente gettato via il vero vaccino, mettendosi di spalle e coprendo le sue "manovre" in modo che le telecamere dell'hub non potessero riprenderla. In un'intercettazione ambientale del 19 dicembre, si sente Bagnulo dire a una collega: "Sono delle persone no vax che, con dei canali... reclutiamo, poi si convincono. (...) Io sono il garante, no, in qualche modo, pure a livello psicologico!".
Visto l'intensificarsi dei controlli all'hub, l'infermiera ha poi escogitato un altro piano per ottenere soldi facendo avere i Green pass a no vax. Come è emerso dalle indagini, avrebbe chiesto ai suoi "clienti" di presentarsi in una farmacia dove li avrebbe fatti risultare positivi a un finto tampone e poi, passati 10 giorni, negativi a un secondo: in tal modo sarebbero risultati guariti. "Alla fine praticamente di questi dieci giorni - dice Bagnulo in una conversazione intercettata a inizio gennaio dentro la farmacia - dal momento che parte la segnalazione fate un altro test che ovviamente verrà fuori negativo, perché voi siete negativi eh". E ancora: "Vi faccio stampare che oggi siete stati trovati positivi, ok? E così avete il punto di partenza. Lunedì, quando chiamate il medico gli dite che da quattro, cinque giorni avevate mal di testa, raffreddore e balle varie".
A intuire che c'era qualcosa di strano è stata la stessa azienda sanitaria piacentina quando, alcune settimane fa, i parenti di un uomo finito in terapia intensiva per Covid hanno ammesso che non era vaccinato, anche se risultava il contrario. Il direttore dell'Asl Luca Baldino si è quindi rivolto direttamente al capo della procura piacentina Grazia Pradella, e di qui sono iniziate le indagini. Pedinamenti, intercettazioni e accertamenti dei carabinieri hanno poi permesso di ricostruire il quadro accusatorio che ha convinto il gip del tribunale di Piacenza e firmare i decreti. La procura sottolinea che le indagini sono ancora in corso, sia per accertare il coinvolgimento di altri operatori sanitari locali, sia per vagliare la posizione della farmacia dove la principale indagata avrebbe prestato servizio, in nero, per effettuare i tamponi.
L'infermiera è stata sospesa dal direttore generale dell'Usl di Piacenza Luca Baldino. In una nota, invece, l'Ordine veneziano esprime "la più forte condanna di tale illecita condotta che, oltre a danneggiare la salute pubblica, è gravemente lesiva dell'immagine pubblica e della professionalità degli infermieri e offusca in modo indegno l'impegno degli iscritti che, con massima professionalità, umanità e dedizione, lavorano quotidianamente per il bene comune, mettendo a rischio la salute per la tutela della collettività".
"Qualora le responsabilità dell'indagata venissero accertate - afferma la presidente Marina Bottacin - non esiteremo ad assumere ogni provvedimento disciplinare idoneo a sanzionare la illecita condotta, talmente grave da comportare un'evidente violazione delle norme del codice deontologico e dei principi posti alla base della professione infermieristica e sanzionabile con la radiazione dall'Albo". Un consiglio straordinario è stato convocato per deliberare la sospensione dell'indagata dall'esercizio della professione per tutta la durata della misura restrittiva.
Secondo quanto riporta La Nuova Venezia, la prima a scoprire delle finte vaccinazioni è stata una ragazza gelosa: vedendo un messaggio dell'infermiera nel telefono del fidanzato (e "paziente" di Bagnulo) ha pensato a un appuntamento con un'amante, poi ha capito che si trattava dell'accordo per pagare la finto vaccino.