Quasi due decenni dopo l'atroce assassinio di Chiara Poggi, che continua a turbare l'opinione pubblica, il caso di Garlasco si ripresenta sul fronte investigativo e mediatico. La nuova fase delle indagini si basa su dati più affidabili rispetto ai precedenti sospetti.
Si è discusso di una possibile convocazione imminente delle gemelle Stefania e Paola Cappa, storiche amiche della vittima, considerate da alcuni come possibili detentrici di verità non ancora rivelate. Tuttavia, le autorità investigative hanno smentito tali voci, precisando che non sono pianificati interrogatori a loro carico. L'attenzione della procura si concentra su altri elementi concreti che potrebbero modificare la narrativa del delitto in via Pascoli.
Garlasco, la decisione sulle gemelle Cappa
Il focus è ora su Andrea Sempio, amico di Marco, fratello di Chiara. Sempio, menzionato nelle prime fasi dell'inchiesta e successivamente escluso, è ora nuovamente sotto indagine. Durante una perquisizione, egli menzionò un testo scritto per un corso di giornalismo nel 2013, che narrava l'omicidio di Poggi. Il recupero di questo documento potrebbe fornire dettagli significativi relativi alla sua conoscenza degli eventi.
L'aspettativa cresce per il 17 giugno, data in cui avrà inizio una sessione probatoria decisiva con l'analisi di reperti mai valutati con tecnologie avanzate. Due impronte, la numero 33 e la numero 10, sono al centro dell'attenzione. L'impronta 33, trovata su un muro, potrebbe appartenere a Sempio. Studi ulteriori su questa impronta potrebbero confermare la presenza di sangue di Chiara, aumentando così il suo valore probatorio.
Al contrario, l'impronta 10, una macchia di sangue sulla porta d'ingresso, non è stata collegata né a Sempio né ad altri individui già noti nell'inchiesta. Parte del DNA è compatibile con quello di Chiara, ma la presenza di materiale genetico di un terzo, possibilmente una donna, necessita di ulteriori verifiche.
In questo nuovo scenario, le gemelle Cappa sembrano rimanere in secondo piano. Eventuali dichiarazioni da parte loro potrebbero essere considerate solo in seguito, quando i nuovi dati scientifici solleveranno ulteriori quesiti. Attualmente, la procura preferisce operare lontano dai riflettori mediatici, sperando che le nuove tecnologie possano finalmente chiarire zone d'ombra di questo lungo caso.
La difesa di Stasi, già condannato per l'omicidio, si impegna a dimostrare l'inadeguatezza delle prove impiegate e suggerisce che, con strumentazioni più avanzate, il delitto potrebbe essere interpretato in maniera differente. L'omicidio di Chiara Poggi, segnato da errori e omissioni, è nuovamente oggetto di esame giudiziario, questa volta con maggiori speranze di raggiungere la verità.
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