Dalla lettera inviata ad una pagina social, scritta da un giocatore nella norma (insomma un giocatore "qualsiasi") di una categoria minore, di quelle dove non si guadagna con lo sport, abbiamo estrapolato una parte che non è un consiglio, ma la regola base da seguire per diventare no un capitano perché lo decidono senza pensarci tanto la dirigenza della società o un allenatore, ma un Capitano (con la C maiscola) che sia vero esempio trainante per la sua squadra. Non importa quale sia lo sport praticato o la serie in cui giocate, l'importante è essere un buon esempio positivo.
Questo pezzo lo dedichiamo a tutti i giovani che sognano un giorno di diventare Capitani delle loro squadre:
"Il miglior Capitano che ho avuto non era un campione, non era il giocatore più forte della squadra, quello che ti risolveva le partite da solo. Il mio miglior Capitano è stata la persona che mi ha fatto pensare, vivendolo allenamento dopo allenamento: da qui in avanti devo riuscire a comportarmi come lui ogni volta che entro in palestra. Parlando e confrontandosi con tutti, non escludendo mai nessuno. Vi giuro che l'ho visto venire in palestra ad ogni allenamento impegnandosi sempre al massimo pur avendo problemi molto seri fuori, nella vita quotidiana. E tutto questo per poi stare a sedere il giorno della partita... a guardare giocare dei ragazzetti stupidi e sbruffoni come me. Il mio rispetto non lo ha preteso per anzianità o per i gradi che gli avevano dato, lo ha conquistato giorno dopo giorno. Con merito. Se volete avere quella fascia, anche solo in una umile squadra amatoriale, dovete essere pronti a dimostrare ogni singolo giorno il vostro valore umano come ha fatto lui, altrimenti è meglio lasciar stare."
Ora tocca a voi ragazzi, se proprio volete quella fascia iniziate a meritarvela già da oggi sul campo, ma non solo contro gli avversari: il Capitano da il buon esempio dal lunedì alla domenica.
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