"In reparto mi chiamavano il miracolato. Tornassi indietro avrei dato priorità assoluta alla profilassi", racconta l'uomo, che è rimasto intubato per 12 giorni
"Mi vaccino domani o forse più avanti, vediamo, tanto uso tutte le accortezze". Era quanto si ripeteva Antonino De Luca, commerciante 58enne di Catania. Fino a settembre, quando si è infettato e, a causa del Covid, è finito in terapia intensiva, rischiando di non svegliarsi più. "Devo dormire con l'ossigeno, non è finita quando esci dall'ospedale, i polmoni devono ancora guarire", racconta. "I miei figli erano già tutti vaccinati, solo io e mia moglie non eravamo protetti.
Tra l'altro, il giorno di Natale dell'anno scorso avevo perso mia sorella per il Covid. Allora non c'era ancora il vaccino", dice De Luca a Il Messaggero. Ricordando di quando ha iniziato a stare male, spiega: "Il primo di settembre ho avvertito i primi sintomi. Però, non gli ho dato importanza, perché credevo di aver preso il classico colpo d'aria.
Poi, dopo tre giorni ho fatto il tampone e sono risultato positivo". "Ho preso antibiotico, eparina e cortisone - prosegue -. Poi, mi sono messo in contatto con il reparto di Malattie infettive dell'ospedale Cannizzaro di Catania per fare la terapia con i monoclonali. Ma il giorno che sono andato a fare la prima somministrazione, tornato a casa la febbre mi è salita a 41,7. Hanno chiamato il 118 e poi ho ricordi un po' vaghi".
Il signor De Luca ha rischiato di non farcela, proprio come sua sorella. "Sono stato intubato 12 giorni. Ho vissuto un'odissea. Avevo una polmonite bilaterale che si è aggravata sempre di più. Sono stato sedato e in coma farmacologico". I medici, però, sono riusciti a salvarlo: "In reparto mi chiamavano il miracolato". Ora, aggiunge, "prendo 8 compresse al giorno. Le mie difese immunitarie sono azzerate. Dopo 49 giorni senza camminare non ce la faccio neanche a stare in piedi. Ho perso 16 chili. Devo fare ancora una tac polmonare, controlli al cuore e una terapia riabilitativa per la respirazione. Ne avrò per mesi. Tornassi indietro avrei dato priorità assoluta alla vaccinazione".