Purtroppo una delle categorie di lavoratori che ci stanno rimettendo di più per colpa della pandemia sono quelli con partita Iva e come se non bastasse si stanno preparando a fare i conti con la fase due. Molte categorie di lavoratori con partite Iva, come ristoratori, titolari di bar, b&b, negozi di abbigliamento, parrucchieri ed estetisti, ormai psicologicamente deboli e in grande difficoltà non riescono più a vedere una luce di speranza in un futuro fatto di incertezze e paure.
18 maggio apertura negozi di abbigliamento:
Vediamo le saracinesche abbassate e la merce in attesa di essere sistemata. Nel frattempo le tasse non sono state bloccate e l'affitto dei locali deve essere pagato. "C'è tanta tristezza e tanta paura a riaprire – ha detto una titolare di un negozio di abbigliamento – perché il 18 maggio non sai a cosa si va incontro però le scadenze e i pagamenti devono essere affrontati se no c'è ci sarà chiusura totale. Le famose 600 euro – continua – non sono servite a nulla se non a pagare forse e solamente la luce, mentre tutto il resto è rimasto insoluto. "Vedere tutto spento e tutto il capitale buttato dentro il negozio mi deprime". Conclude – Se noi commercianti al dettaglio oltrepassiamo maggio, diventerà ancora peggio perché la stagione è quasi terminata"
Bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti saranno gli ultimi ad aprire:
Molti dei ristoratori, parrucchieri e centri estetici, si stanno organizzando per poter aprire secondo le indicazioni contenute nel Dpcm. Alcune di queste sono tenere un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscite differenziate, pagamenti digitali al tavolo, pulizia e sanificazione. Anche se, per i bar, dal 4 maggio sarà possibile andare a comprare cibo da asporto, da consumare a casa o in ufficio, rimane sempre il dubbio di avere abbastanza clientela in termini economici.
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