Nella notte, una forte scossa di terremoto ha svegliato molti abitanti di province del Sud Italia. Alle 3:26 del 16 aprile, un terremoto di magnitudo 4.8 ha interessato l'area del mar Jonio meridionale, specificamente fra Sicilia e Calabria. Questo fenomeno è stato avvertito distintamente sia sulle coste che nell'entroterra, particolarmente a Catania, Messina e Siracusa, provocando ansia tra i residenti, molti dei quali hanno cercato rifugio per le strade.
Secondo le informazioni divulgate dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), l'epicentro si trovava a una profondità di 48 chilometri, mentre la posizione più vicina sull'epicentro è stata segnalata circa 72 chilometri a sud-est di Reggio Calabria. Tra i comuni siciliani più prossimi c'è Acireale, a 81 chilometri di distanza. La profondità considerevole del sisma potrebbe aver limitato i danni superficiali, tuttavia la percezione della scossa è stata forte su vasta scala.

Il giorno precedente, il 15 aprile, due scosse minori di magnitudo 2.1 avevano già segnato il territorio di Zafferana Etnea, a Catania, aumentando l'attenzione su questo settore geologicamente complesso e ad alto rischio sismico.

In risposta all'ultima scossa, le autorità locali hanno prontamente reagito. Quintino Rocca, sindaco di Aci Sant'Antonio, ha annunciato la chiusura delle scuole nel suo comune come misura di precauzione, affermando che verranno effettuati controlli approfonditi sugli edifici prima di permettere il rientro degli studenti.

Fino ad ora non ci sono stati segnalazioni di danni significativi a edifici o infrastrutture né di feriti, ma la Protezione civile e gli esperti dell'Ingv continuano a monitorare attentamente l'area interessata. La popolazione, consapevole della sismicità elevata della regione, rimane allerta. Il timore di ulteriori scosse tiene tutti in tensione mentre le autorità valutano altre possibili azioni preventive.
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