I Campi Flegrei, situati vicino a Napoli in Campania, rappresentano una vasta area vulcanica attiva di circa 120 chilometri quadrati. Questa regione include città come Pozzuoli e Quarto, oltre a parti di Napoli. La formazione dei Campi Flegrei risale a migliaia di anni fa, quando eruzioni violente causarono il collasso della camera magmatica sottostante, creando una grande caldera.
La zona è nota per la sua complessa attività vulcanica, che include emissioni di gas, sorgenti termali e fumarole, segni evidenti della presenza di magma attivo a diverse profondità. Un esempio noto è la Solfatara di Pozzuoli, un cratere che emette costantemente gas sulfurei e vapore.
Un fenomeno caratteristico dei Campi Flegrei è il bradisismo, ovvero movimenti periodici del suolo causati dalle dinamiche del magma e dei gas sottostanti. Questo fenomeno è stato osservato per secoli ed è ancora attentamente monitorato dagli scienziati.
Recentemente, un terremoto significativo ha colpito l'area di Napoli, con epicentro vicino a Bacoli, nei Campi Flegrei. La magnitudo di 4.6 della scossa è uno degli ultimi eventi in una serie di attività sismiche che interessano questa zona geologicamente sensibile.
Il geologo Carlo Doglioni, ex presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha commentato la situazione: «Il sollevamento del suolo è un fenomeno noto e continuerà a causare terremoti finché persiste». Doglioni ha aggiunto che l'innalzamento del terreno, stimato in circa 15 millimetri al mese, è dovuto alla pressione del vulcano.
Secondo l'esperto, la regione non dovrebbe temere terremoti di magnitudo superiore a 6 a causa delle sue caratteristiche geologiche. Doglioni prevede tre scenari possibili per il futuro: sismico, geochimico (relativo alle emissioni di gas) e vulcanico. «Non ci sono segnali che il magma stia risalendo, ma un'eruzione rimane il rischio più serio. È un vulcano attivo e continua a comportarsi come tale», ha concluso Doglioni.
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