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Raoul Bova e l'ex suocera avvocato: una svolta inaspettata

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    In un sorprendente sviluppo nel mondo dello spettacolo italiano, Annamaria Bernardini de Pace, nota avvocata matrimonialista, ha deciso di rappresentare legalmente il suo ex genero, l'attore Raoul Bova. Questo cambio di fronte avviene nonostante le passate divergenze familiari, sottolineando un rispetto e una stima rinnovata verso l'uomo che Bova è oggi.

    Dopo un periodo di silenzio seguito alla turbolenta separazione da Chiara Giordano nel 2013, Bernardini de Pace ha rotto il silenzio in una recente intervista al Corriere della Sera, affermando: «Non ho mai avuto nulla contro Raoul, ma con il cuore stavo con mia figlia. Ora, però, sono fiera del padre dei miei nipoti».

    La svolta è avvenuta quando Bova, trovandosi al centro di uno scandalo legato alla diffusione non autorizzata di un audio privato con la modella Martina Ceretti, ha contattato Bernardini de Pace per chiedere il suo aiuto legale. «Raoul mi ha chiamato e mi ha chiesto aiuto. Ho deciso di accettare: ha dimostrato di essere una persona perbene, con la coscienza a posto», ha spiegato l'avvocata.

    La questione dell'audio virale e la violazione della privacy

    Il caso si concentra su un file audio diffuso illecitamente online, che ha visto coinvolto Fabrizio Corona e che ha portato all'apertura di un'indagine per tentata estorsione contro Federico Monzino. Bernardini de Pace, insieme al collega David Lecci, ha presentato un reclamo formale al Garante della Privacy contro piattaforme come Meta, Google, YouTube, TikTok e X per la diffusione non autorizzata dell'audio.

    La legale ha anche incluso nella denuncia aziende e squadre di calcio come Ryanair, Napoli e Torino, che hanno sfruttato il clamore mediatico con post ironici, successivamente rimossi. Secondo Bernardini de Pace, il danno è stato tuttavia già arrecato.

    Le richieste legali: rimozioni, sanzioni e risarcimenti

    La strategia legale è chiara: rimozione immediata di ogni contenuto legato all'audio, deindicizzazione globale dai motori di ricerca, sanzioni severe per i responsabili e una richiesta di risarcimento danni di 500 mila euro per ciascuno. Per Bernardini de Pace, questa battaglia va oltre il legale, riflettendo una questione di valori. «Raoul non ha pagato per difendere la propria reputazione, ma ha subito denunciato, perché non aveva nulla da nascondere. Ho molto apprezzato questa scelta», ha sottolineato.

    Da ex suocera a difensore: un simbolo di riconciliazione

    Il gesto di Bernardini de Pace non solo ha un impatto legale, ma porta anche un forte valore simbolico di superamento delle divergenze passate a favore di una causa maggiore. Difendere Raoul Bova oggi significa riconoscere il suo diritto alla privacy e la sua integrità come uomo, mostrando che anche in contesti complicati come quelli mediatici e familiari, il rispetto e la stima possono trionfare.

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