Un tragico evento di femminicidio ha scosso recentemente la provincia di Varese. Teresa Stabile, 55 anni, è stata assassinata dal marito Vincenzo Gerardi, 57 anni, con ben quindici coltellate nel cortile del loro condominio a Samarate. L'uomo è stato arrestato subito dopo l'atto, colto in flagrante mentre commetteva il crimine.

Gerardi aveva pianificato il tutto: le lettere ai figli
Le indagini condotte dalla Procura di Busto Arsizio hanno evidenziato che il delitto era stato meticolosamente pianificato. Gerardi aveva scritto delle lettere ai propri figli un mese prima, dichiarando l'intenzione di uccidere la moglie e successivamente suicidarsi, specificando perfino una data, il 16 aprile. L'omicidio però si è verificato il giorno successivo, il 17 aprile.

Analisi post-mortem: coltellate fatali al cuore
L'autopsia effettuata sul corpo di Teresa Stabile ha rivelato la brutale violenza subita. Almeno quindici coltellate le sono state inferte, una delle quali ha raggiunto il cuore, causando la morte immediata della donna. La salma è stata rilasciata alla famiglia per l'organizzazione dei funerali.
Non accettava la separazione: mesi di stalking
L'assassinio di Teresa è avvenuto in un periodo in cui ella aveva iniziato le procedure per la separazione, cosa che Gerardi non accettava. L'uomo ha perseguitato la moglie per mesi. La Procura ha aggravato le accuse contro di lui includendo anche lo stalking.

Focolaio di discussione sulla violenza di genere
Il caso di Teresa Stabile rilancia il dibattito sulla violenza contro le donne. Ancora una volta ci troviamo di fronte a segnali ignorati e minacce non adeguatamente intercettate. Vincenzo Gerardi è attualmente detenuto in attesa di giudizio, mentre le lettere che scrisse sono considerate prova della premeditazione del delitto. La larvata tragedia che si è consumata riaccende i riflettori sulla necessità di prestare maggiore attenzione ai segnali di pericolo in contesti domestici.