Curiosità

La scienza inizia a svelare perché il coronavirus è più grave in alcune persone

  • Quel che è certo è che il coronavirus è ancora una sfida per scienziati e ricercatori, un dato recente ha dimostrato che l'80% di quelli infetti presenta sintomi lievi o simil-influenzali, all'altra estremità dello spettro ci sono quelli che finiscono con la polmonite e si collegano a un respiratore in terapia intensiva, dove la prognosi non è sempre ottimista.

    Ma la domanda è: perché alcuni sono gravemente colpiti e altri sono gravemente colpiti dalla malattia?

    Una scoperta fatta da scienziati britannici al Francis Crick Institute, al King's College di Londra e al Guy's and St Thomas 'Hospital, sta iniziando a svelare e spiegare perché alcune persone sono più vulnerabili a covid-19.

    Cellula T.

    Secondo gli scienziati, i pazienti che progrediscono nella fase più grave della malattia hanno un numero estremamente basso di una cellula immunitaria nota come "cellula T" , che è responsabile della pulizia del corpo delle infezioni.

    Sulla base di questa scoperta, uno studio clinico che valuterà un farmaco chiamato interleuchina 7, noto per aumentare il numero di cellule T nel corpo, sarà in grado di aiutare i pazienti a riprendersi.

    I ricercatori hanno esaminato le cellule immunitarie nel sangue di 60 pazienti affetti da coronavirus e hanno riscontrato un evidente calo del numero di cellule T.

    I normali risultati delle cellule T negli adulti sani sono: In una goccia di sangue microlitro (0,001 ml, o un millesimo di millilitro), tra 2 mila e 4 mila cellule T, chiamate anche linfociti T.

    Nel 70% dei pazienti in terapia intensiva con Covid-19 questo numero era molto più basso: era compreso tra 400 e 800 linfociti T, per microlitro.

    Test delle impronte digitali

    Le scoperte sulla cellula T, aprono la strada allo sviluppo di un " test delle impronte digitali",  che inizierebbe a controllare i livelli delle cellule T nel sangue, con questo, sarebbe possibile fornire indicazioni precoci su chi potrebbe sviluppare la malattia in un modo più serio.

    Ciò aprirebbe anche un percorso importante per offrire al paziente la possibilità di un trattamento specifico per invertire questo declino delle cellule immunitarie.

    Interleuchina 7

    Il farmaco ha già iniziato a essere testato in un piccolo gruppo di pazienti con spse e ha dimostrato che ha la capacità di aumentare in modo sicuro la produzione di cellule T nel corpo.

    "Speriamo che quando aumenteremo il conteggio delle cellule le infezioni virali saranno eliminate", afferma il dottor Shankar-Hari. "Come intensivista, mi prendo cura dei pazienti che sono estremamente malati e, oltre alle cure di supporto, non abbiamo un trattamento attivo diretto contro la malattia".

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