Da due decenni, il gorilla Grauer, che vive in Repubblica Democratica del Congo, è minacciato di estinzione ed è stata una delle maggiori preoccupazioni per i ricercatori, in particolare la conservazione della fauna selvatica ONG. Poiché la regione è sempre stata in conflitto, fino a poco tempo fa non era possibile aggiornare i dati delle sue condizioni.
Ma con il declino dei combattimenti e con l'aiuto dell'Istituto congolese per la conservazione della natura e di Flora e Fauna International, personale sul campo, i dipendenti del parco nazionale e gli scienziati si sono riuniti e sono penetrati nelle foreste per fare un sondaggio, che copriva quasi 19.300 km2 di superficie. Hanno confermato ciò che si temeva: negli ultimi 20 anni, la popolazione del primate più grande del mondo è stata ridotta del 77%.
Più di 13 mila animali sono stati persi durante questo periodo e oggi ne sono rimasti poco più di 3.500. Una delle ragioni di questo declino è l'azione delle milizie, ci sono ancora circa 69 persone attive nel Congo orientale, così come la presenza di lavoratori nelle miniere illegali. Tutti consumano carne di gorilla che è molto facile da cacciare a causa del suo peso. Si stima che dal 1998 ne siano scomparsi circa 200.
Il genocidio in Ruanda, che confina con il Congo, nel 1994 ha anche contribuito ad accelerare il declino della specie, dato che molte persone si sono rifugiate nella foresta. Gli scienziati hanno identificato che gran parte di questo declino, circa l'80%, si è verificato in una generazione. Questo indice è già tre volte più alto di quello usato per dichiarare che un animale è sull'orlo dell'estinzione. Cioè, la situazione del gorilla di Grauer è ancora più grave: è in pericolo critico.
E se continua a questo ritmo, tra 5 o 10 anni la maggior parte se ne andrà. Gli scienziati ora sperano che con questo allarme critico, arrivino i fondi e le risorse per salvare la specie.
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