Cronaca

"Useremo l'atomica in 4 casi". Così può scattare l'attacco nucleare russo

  • Putin torna alla carica sul tema del nucleare: Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza ed ex presidente russo, ha affermato che la Russia potrebbe sferrare un attacco nucleare in quattro casi. Gli scenari li ha elencati Pravda Ucraina, quotidiano online di Kiev che ha riportato quando pubblicato dall'Agenzia di propaganda russa Rbc.

    Secondo Medvedev, la Russia potrebbe usare armi nucleari se il suo stesso territorio venisse attaccato alla stessa maniera, quindi in risposta all'offensiva straniera. Il secondo scenario è che la Russia potrebbe utilizzare il nucleare anche se queste fossero usate contro i suoi alleati. Il terzo scenario prevede qualsiasi invasione di infrastrutture critiche con conseguente paralisi delle forze di deterrenza nucleare russa e il quarto e ultimo scenario si verificherebbe nel caso in cui ci fosse un atto di aggressione contro la Russia o i suoi alleati che minaccerebbe l'esistenza del Paese. Medvedev ha voluto sottolineare che "nessuno vuole nessuna guerra, soprattutto un conflitto nucleare che è una minaccia per l'esistenza della civiltà umana in generale. In questo senso hanno ragione quegli analisti che affermano, forse con una punta di cinismo, che la creazione delle armi nucleari ha evitato una enorme quantità di conflitti nel secolo ventesimo e ventunesimo".

    Un po' carota, un po' bastone: nonostante le parole falsamente rassicuranti pronunciate in precedenza, in un'intervistya all'agenzia russa Ria Novosti, Medveved ha dichiarato che "è ovvio che la minaccia esiste sempre". A suonare sinistro, come ulteriore campanello d'allarme, è quella parola "ovvio". L'ex comandante rincara la dose sottolineando di essere ben consapevole di questo rischio e che, secondo lui, gli obiettivi delle armi nucleari dei paesi Nato "insistono nel nostro territorio, come le nostre oggi sono dirette a obiettivi ubicati in Europa e negli Stati Uniti. Ma questa è la vita", ha aggiunto, spiegando che è necessario tenerne sempre conto e "perseguire una politica responsabile". Dal momento che Mosca privilegerebbe la via diplomatica, ha concluso dicendo che potrebbe usare armi nucleari solo in caso di un attacco contro il suo territorio, contro le sue installazioni nucleari o contro i territori dei suoi alleati.

    Come abbiamo visto sul Giornale.it, appena 24 ore fa il presidente degli Stati Uniti Biden ha fatto sapere di ricorrere all'uso del nucleare se Putin continuerà nell'escalation militare in Ucraina con il "first nuclear strike", noto anche come "attacco nucleare preventivo" per prevenire efficacemente le ritorsioni contro il nemico. Un primo attacco, se riuscito, paralizzerebbe i missili russi pronti per il lancio e impedirebbe all'avversario di prepararne altri per un contrattacco prendendo di mira le scorte nucleari e le strutture di lancio del nemico.

    Ma è tutto l'Occidente ad avere alzato l'asticella del "rischio potenziale": come abbiamo scritto sul nostro Giornale, Parigi ha già schierato la contro-minaccia deterrente: la dissuasione via mare. Nel massimo riserbo, ai primi avvisi russi all'Occidente, Macron ha portato a 3 i sottomarini con missili balistici nucleari sotto le onde. Tripla "assicurazione" sulla vita, dicono in gergo. Non accadeva dalla fine della Guerra Fredda. Lo standard è averne uno sempre in acqua, nascosto nell'Atlantico. Ma un secondo sarebbe "salpato" a febbraio e il terzo avrebbe lasciato da poco la baia di Brest, in gran segreto, per rafforzare la capacità di intervento in caso di scontro con Mosca. A svelarlo è stato il quotidiano francese Le Télegramme con una smentita mai arrivata.

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