Da lì, sorge una curiosità: perché le relazioni durano meno? Perché le persone rinunciano agli altri così facilmente?
Secondo l'Istituto di geografia e statistica (IBGE), nel 1984, il numero di relazioni, che finì con il divorzio, fu circa il 10% dell'universo dei matrimoni, con 93.300 divorzi. Nel 2016, questa correlazione è balzata al 31,4% con 1,1 milioni di matrimoni e 344.000 separazioni.
C'è chi sostiene che il problema sia un "cambiamento culturale", ma trovo questa affermazione molto superficiale, anche perché si verifica un cambiamento culturale nelle conseguenze comportamentali di una società.
Con questo, sorge un'altra domanda: quale tipo di comportamento, diverso dalle generazioni precedenti, stiamo aggrappando alle nostre relazioni? Cioè, cosa fecero i nostri genitori e nonni che noi non facciamo?
Se ci fermiamo ad osservare, siamo inseriti in una cultura di sentimentalismo molto egoista e possessiva, credendo che la felicità in noi sia una persona che ci piace. Le cose non sono così semplici. La nostra generazione ha dimenticato che l'amore non riguarda solo i sentimenti. La nostra generazione ha dimenticato (o mai imparato) che i sentimenti sono conseguenze di una serie di atteggiamenti che partono da coloro che amano, non aspettandosi nulla in cambio.
Amare è lasciar andare te stesso per il bene dell'altro. Amare è prendersi cura, sorvegliare, proteggere chi si ama.
Potresti anche non essere d'accordo con me, ma questo è ciò che vedo nelle vite delle coppie con più di 20 anni di convivenza.
O pensi che, in quei lunghi anni insieme, queste coppie non abbiano mai pensato alla separazione? Credi davvero che una coppia anziana, insieme da 50 anni, sia sempre stata felice tutto il tempo?
Il vero motivo del perché le relazioni durano così poco è che queste relazioni non hanno, o non hanno mai voluto, avere questa resa incondizionata da entrambe le parti per sperimentare ciò che vuol dire veramente AMARE.
