Anni fa, mentre ero in spiaggia con la mia famiglia, un gruppetto di signore apparentemente sui 50 attirò la mia attenzione. Dopo una rapida occhiata, già sapevo che si trattava di un weekend per sole donne. I segnali erano chiari: borse frigo e cocktail, sacche da spiaggia contenenti romanzi d’amore, cappelli di paglia e ombrelloni piantati nella sabbia. Ma la prova più evidente erano le loro risate. Risate a non finire, di quelle che attirano l’attenzione e la curiosità di chiunque sia a portata d’orecchio.
Mi piaceva osservare quelle donne godersi la loro reciproca compagnia. Nonostante fossero più grandi di me (e avessero superato da un pezzo la fase della nascita dei figli, in cui ero io) immaginai di ritrovarmi nei loro panni un giorno, a godermi le mie vecchie amiche capaci di farmi sentire ancora giovane.
Quel pomeriggio incontrai due di loro in ascensore. Quando dissi che sembrava si fossero divertite parecchio, mi sorrisero annuendo. Una di loro rispose: “Oh, ci divertiamo sul serio. Portiamo avanti questa tradizione della gita al mare da vent’anni e ne abbiamo passate molte: divorzio, morte, cancro, disoccupazione. Non perdere mai i contatti con le tue amiche, tesoro. Più invecchierai, più ne avrai bisogno”.
La conversazione lasciò il segno. Certo, avevo sempre tenuto in grande considerazione le mie amiche, ma non pensavo che con il passare degli anni la loro presenza sarebbe stata ancor più necessaria. E se devo essere sincera, solo nell’ultimo anno circa ho iniziato a prendere sul serio quelle parole.
Perché, ora che ho superato i quaranta, mi rendo conto di quanto siano reali il divorzio, la morte, il cancro, la disoccupazione e gli altri seri problemi della vita. Capisco cosa volevano dirmi rimarcando l’importanza delle amiche, adesso che la mia generazione si ritrova ad affrontare difficoltà che non potevamo neanche immaginare quando eravamo giovani e spensierate.