Non ci sono ancora certezze, un’inchiesta internazionale è in corso e per ora si naviga nel campo delle ipotesi. Ma i casi di epatite acuta nei bambini che stanno aumentando in Europa, secondo alcuni scienziati britannici, potrebbero - condizionale d’obbligo - essere legati al Covid, o addirittura ai lockdown degli ultimi due anni.
Una cosa pare certa. I recenti, gravi casi di epatite nei bambini, che nel Regno Unito oggi hanno superato il centinaio (108) e in Italia al momento sembrano essere almeno quattro, "non sono usuali” per gli esperti britannici. Al momento non sembrano legati a virus dell’epatite già in circolazione. Tra gli studiosi oltremanica sta crescendo tuttavia la convinzione che siano causati da adenovirus, un tipico virus che provoca il raffreddore che però può causare problemi più gravi, soprattutto gastrointestinali, nei più piccoli.
Ora, secondo “The I” (una nuova versione dell’Independent), è possibile che la scarsissima esposizione della popolazione, e in questo caso dei bambini, ai virus comuni durante i lockdown e gli ultimi due anni di restrizioni anti Coronavirus, abbiano fatto sì che i più piccoli nel frattempo possano aver sviluppato basse difese immunitarie. Difese probabilmente insufficienti per affrontare la riapertura della società e la nuova circolazione di molti virus, limitata sensibilmente nel 2020 e 2021 nel mondo. Secondo questa ipotesi e in tale scenario, l’esposizione meno protetta all’adenovirus potrebbe essere stata una causa primaria per l’esplosione di casi di epatite acuta nei bambini, per cui sinora almeno uno su dieci ha avuto bisogno di un trapianto per sopravvivere.
Il quotidiano britannico cita uno studio pubblicato sulla rivista medica “Eurosurveillance” lo scorso 14 aprile, in cui si analizzano le cause di questa rara epatite acuta allora già rilevata in Scozia, dove a oggi sono stati registrati 14 casi in poco più di un mese, mentre in media sono meno di 5 all’anno di origine sconosciuta: “In questo momento”, si legge nel paper, "l’ipotesi più plausibile sembra essere legata all’adenovirus", cui sono risultati positivi sinora il 77% dei bambini colpiti da epatite acuta oltremanica.
Di qui, siamo di fronte a due possibilità. La prima: "una variante con una sindrome clinica differente o una variante che già circolava in passato”, si legge in Eurosurveillance, "ma che ora sembra avere conseguenze peggiori per i bambini con meno difese immunitarie. In quest’ultimo caso, ciò potrebbe essere causato da restrizioni e distanziamento sociale durante la pandemia Covid”. Il professor Graham Cooke, esperto di malattie infettive all’Imperial College di Londra, ha sottolineato che i casi sono esplosi quando sia il Covid che l’adenovirus circolavano in quantità elevata, a inizio 2022. “È possibile” che quest’ultimo possa essere la causa degli ultimi casi di epatite acuta “talvolta estremamente gravi”, ha dichiarato Cooke, “ma per ora siamo nel campo dell’ipotesi”.
L’altra strada per ora battuta dalla comunità scientifica britannica rimanda a una possibile modifica del genoma dell’adenovirus (utilizzato anche per vaccini anti Covid come AstraZeneca e Sputnik) in seguito a una infezione da Coronavirus, che avrebbe aiutato a generare il ceppo dei casi di epatite acuta ora in aumento.
La prossima settimana, con la pubblicazione di una larga e rapida inchiesta internazionale, dovremmo saperne di più. In ogni caso, gli scienziati inglesi sembrano certi di una cosa: l'epatite acuta non sembra aver alcun legame con i vaccini anti Covid, in quanto dei 108 bambini colpiti dalla malattia nel Regno Unito nessuno di loro era stato vaccinato, poiché oltremanica si vaccina dai 12 anni in su.
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