Il tribunale europeo per i diritti umani (CEDU) ha emesso una sentenza con la quale obbliga l'Italia a risarcire tre migranti tunisini, stabilendo che sono state loro inflitte condizioni "crudeli e degradanti" durante il loro soggiorno sull'isola di Lampedusa. Questi tre individui erano arrivati clandestinamente sulle coste italiane tra il 2017 e il 2019 e successivamente erano stati collocati in un centro di accoglienza sull'isola. Il tribunale ha rilevato che per diverse settimane durante la loro permanenza nel centro, i migranti sono stati sottoposti a condizioni che violano il divieto di trattamenti inumani e degradanti, che è un principio fondamentale dei diritti umani. Tra le problematiche evidenziate dalla CEDU, si sottolinea la presenza di soltanto due servizi igienici per un gruppo di 40 persone e l'assenza di spazio che ha costretto alcuni individui a dormire all'aperto su materassi. Leggi anche: Migranti, soddisfazione di Giorgia Meloni: "Non siamo isolati".
La denuncia della CEDU: il caso di Lampedusa
L'isola di Lampedusa, con una popolazione di circa 6.500 abitanti, è stata spesso al centro delle problematiche legate all'immigrazione, data la sua posizione strategica come punto di approdo per molti migranti provenienti dall'Africa. La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) solleva ulteriormente il tema delle condizioni di accoglienza e del trattamento riservato ai migranti in Italia, alimentando il dibattito sull'adeguatezza delle strutture esistenti e sul rispetto dei principi fondamentali dei diritti umani.
La CEDU ha evidenziato che il trattamento riservato ai migranti tunisini viola l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che proibisce la tortura e i trattamenti inumani o degradanti. La sentenza mette in luce la responsabilità dello Stato italiano nel garantire condizioni adeguate e rispettose dei diritti umani per coloro che arrivano sulle sue coste in cerca di asilo o di una vita migliore.
L'ordinanza di risarcimento rappresenta non solo una vittoria legale per i migranti tunisini coinvolti, ma anche un forte richiamo agli Stati membri dell'Unione Europea affinché rispettino i diritti umani nelle politiche e nelle pratiche di accoglienza dei migranti.
Denuncia giunge dopo altri episodi di violazione dei diritti umani: gli eventi passati
Non è la prima volta che l'Italia riceve un richiamo dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Ad esempio, a marzo, il nostro paese è stato condannato a causa di un incidente accaduto nel 2017, quando 4 cittadini tunisini sono stati rinchiusi nell'hotspot di Lampedusa senza garantire la tutela dei loro diritti. Si è parlato di "Azioni compiute dalla guardia costiera per impedire alle imbarcazioni che trasportavano gli stranieri di raggiungere le acque territoriali, tra cui l'uso eccessivo della forza e la rimozione del carburante o del motore dell'imbarcazione". Alla fine di agosto è arrivata un'altra denuncia, per la mancata tutela di una ragazza ghanese sbarcata dopo un viaggio nel periodo 2016-2017.