L'omosessualità e la transidentità non sono malattie: non c'è niente da curare! A favore del divieto della cosiddetta terapia di conversione Lgbt il Senato francese ha votato a stragrande maggioranza: secondo la nuova legge, proposta dai membri di En Marche!, i cittadini possono essere puniti con la detenzione e con multe se tentano di cambiare l'orientamento sessuale o l'identità di genere delle persone Lgbt. «Essere se stessi non è un crimine», ha affermato il ministro francese per l'uguaglianza Elisabeth Moreno, aggiungendo che la cosiddetta «terapia di conversione» è un «attacco insopportabile all'integrità umana».
La nuova legge in Francia introduce sanzioni penali fino a due anni di carcere e 30mila euro di multa. Le pene possono aumentare fino a tre anni di reclusione e a 45 mila euro di multa se i tentativi di imporre la «terapia di conversione» coinvolgono minori o altre persone considerate particolarmente «vulnerabili». Il provvedimento vieta esplicitamente «pratiche, comportamenti e dichiarazioni ripetute con l'intento di modificare o reprimere l'orientamento sessuale o l'identità di genere reale o percepita di una persona».
Ai medici ritenuti colpevoli può essere vietato l'esercizio della professione per ben dieci anni. Già diversi altri Paesi, tra cui Germania, Brasile e Malta, hanno vietato questa pratica che, tra l’altro, non ha alcun tipo di base scientifica, e che le Nazioni Unite hanno descritto come «simile alla tortura». Anche in Canada, questo mese, il disegno di legge contro la terapia di conversione è stato approvato all'unanimità dai membri del Parlamento.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau lo ha annunciato spiegando: «È ufficiale: il divieto della pratica spregevole e degradante della terapia di conversione ora è legge». Nel tentativo di curare l’omosessualità e la transidentità con la terapia di conversione, le persone Lgbt sono state sottoposte a misure estreme, come le scosse elettriche, i regimi ormonali, gli abusi fisici e, addirittura, l’internamento.
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