Perché amore e passione d'amore sono linee rette che in molte occasioni convergono, ma in qualche altra restano parallele.
Sono soprattutto le donne a chiedersi: «Lui è davvero l'uomo giusto per me?». Non che gli uomini siano insensibili, anzi. Ma più spesso è il gentil sesso ad interrogarsi con maggior tenacia sull'autenticità dei sentimenti, sul fatto se il partner sia coinvolto con l'effettiva intensità nel rapporto. Non bisogna, comunque, sminuire in qualche modo il ruolo della passione.
È proprio questo sentimento così forte e istintivo, anzi, ad essere il primo collante di un rapporto di coppia. L'attrazione per un uomo (e anche per una donna) è la prima molla che spinge a legarsi in una relazione. Qualche volta è immediata, come nel classico colpo di fulmine, in altre circostanze invece cresce pian piano, ma quasi sempre scatta nelle prime fasi della conoscenza.
Ci si infatua di chi è diverso da noi – ricordate il proverbio: «gli opposti si attraggono»? – ma ci si lega davvero a chi ha il nostro stesso modo modo di pensare, di vivere, di guardare al futuro.
Perché la passione dopo un po' finisce, si svapora se non è supportata da amore vero, mentre cresce pian piano di intensità quando è supportata da un sentimento forte e condiviso.
Il tempo può essere l'ago della bilancia per riconoscere il vero amore: può essere un alleato per due persone affiatate, in quanto consente di cementare il rapporto e di trovare ulteriori punti d'incontro, mentre può diventare un giudice impietoso se il collante si è ormai sgretolato, dopo i fuochi d'artificio degli inizi. Ma allora, eccoci all'interrogativo più scottante: quando è giusto concedersi, lasciarsi trasportare impetuosamente dalla passione? Un manuale non c'è, bisognerebbe cercare di restare razionali, come teorizzato dagli antichi filosofi greci, ma quanti ci riescono davvero? Quando c'è amore vero, comunque, si impara a rispettare le esigenze altrui, a rinunciare a quelli che sono i nostri piccoli egoismi personali: un modo per capire se siamo felici insieme ad un'altra persona è renderci conto se lui (o lei) è felice proprio quanto noi. Ed anche a capire i tempi giusti per fare le nostre richieste, per esternare le nostre esigenze.
In linea teorica, le donne tendono più degli uomini a legarsi stabilmente, a dare un senso di ufficialità al rapporto, a progettare un futuro insieme. Se lui tende a sfuggire, è giusto farsi qualche domanda ma è altrettanto corretto valutare quando è il caso di tornare alla carica e in che modo. Insomma, bisognerebbe evitare di essere categorici, inflessibili, netti. Il mondo non è fatto di bianco e nero, esistono infinite sfumature di grigio che a volte possono avvicinarsi alla tonalità preferita dal partner.
Ecco perché, dopo la grande passione iniziale, è lecito porre domande sul futuro nella giusta maniera, senza porre ultimatum o imposizioni. In una fase iniziale si tende spesso ad idealizzare chi ci sta accanto, che diventa perfetto, angelico, in poche parole irreale.
Più si idealizza all'inizio, più ci si resta male quando si cozza contro la realtà, che è inevitabilmente diversa (salvo casi rarissimi). Inoltre, meglio non sforzarsi di assecondare l'altro. Essere sempre se stessi, mantenendo una propria personalità, è sempre il modo migliore per costruire un rapporto con un'altra persona che sia complementare e quindi realmente autentico.
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