I tatuaggi che solcano il viso come tante cicatrici. Due anelli, canini demoniaci, che infilzano il labbro inferiore. E poi il pizzetto folto, i capelli brillantinati all’indietro. Il chiodo di pelle, immancabile, anche in inverno. La voce baritonale. Sven Marquardt non è solo un buttafuori. Sven Marquardt impersonifica Berlino, i suoi modi rudi, il suo fascino notturno, il suo passato ancora vivo e tangibile.
Da vent’anni, Sven detta legge nella capitale tedesca. È lui, infatti, a decidere chi può entrare nel cuore techno dei weekend berlinesi: il Berghain. “Ogni maledetta domenica”, per citare il film di Oliver Stone con Al Pacino – uno dei suoi attori preferiti – ma anche ogni venerdì ed ogni sabato, Sven custodisce l’ingresso del tempio, decidendo chi rispetta e chi no le “leggi non scritte” della discoteca più famosa del mondo. Una celebrità, in città: basti pensare che nel 2011, lo street artist portoghese Vhils gli ha dedicato una gigantografia, a Schöneberg.
Quasi nessuno lo sa, ma quest’uomo è anche – e soprattutto – un fotografo. Al suo attivo ha cinque mostre – tutte tenutesi a Berlino – e due libri, Zukünftig vergangen: Fotografien 1984–2009, pubblicato nel 2010 e Heiland. Mitteldeutscher Verlag, alle stampe nel 2011. I suoi ritratti, rigorosamente in bianco e nero, raffigurano attori e cantanti, ma anche personalità complesse, mutevoli e oscure, inquadrate all’interno di una città decadente e romantica.