Il suo volto è diventato un simbolo della saga di Matrix, di cui il quarto capitolo (Matrix Resurrections) è uscito il 1 gennaio 2022, e per John Whick. Con la sua fama, Keanu Reeves ha scelto di aiutare gli altri: ha donato il 70% dei guadagni del primo film nei panni di Neo, uscito nelle sale nel 1999, alla ricerca contro il cancro.
Una scelta dettata da una vicenda familiare che ha sconvolto gli ultimi dieci anni della sua vita. Perché Keanu Reeves ha scelto di donare i guadagni L'attore ha deciso di donare il 70% dei guadagni incassati con il primo film della saga di Matrix alla ricerca contro la leucemia. Per quel ruolo la cifra totale ammonterebbe a circa 35 milioni di dollari in totale. Una scelta non casuale, ma dettata da una vicenda familiare che lo ha profondamente segnato.
La sorella minore, Kim, ha combattuto contro la malattia, che le è stata diagnosticata nel 1991, quando era appena 25 enne. La sua battaglia è durata oltre dieci anni (ora ne ha 51 e il cancro è regredito), nei quali il fratello è diventato il suo punto di riferimento, non solo emotivamente ma anche economicamente. Keanu Reeves, per pagarle le cure da oltre 5 milioni di dollari e aiutarla quotidianamente, ha venduto la propria abitazione e si è trasferito da lei. Secondo quanto riporta il Daily Mail, il rapporto che lo lega alla sorella è forte e speciale: "Lei era sempre lì per me. Sarò sempre lì per lei". Dal 2009 ha fondato una sua associazione di beneficenza per aiutare i malati di cancro.
Le altre azioni benefiche di Keanu Reeves Keanu Reeves non è nuovo ad azioni benefiche di questo genere. Non si tratta di gesti occasionali, ma di un'attenzione verso gli altri che l'attore di Matrix ha mostrato più volte di avere. Durante la prima ondata della pandemia, ad esempio, ha messo all'asta un incontro via Zoom di 15 minuti per la Camp Rainbow Gold, un'associazione americana che aiuta i bambini malati di cancro (e pare che abbia raccolto più di 19 mila dollari). Non solo: ha scelto di donare la maggior parte del compenso degli altri due film della saga ai lavoratori degli effetti speciali e dei costumi perché crede, come spiega il Daily Mail, che "fossero loro a fare il film".