Pensieri

Impariamo a parlare poco per non sprecare energia preziosa!

  • Il silenzio è la massima espressione della parola; comprenderlo rappresenta la più alta manifestazione dell’essere umano.

    Il silenzio consapevole rigenera l’anima. La nutre, la accarezza e la rinnova.

    Siamo spesso portati a tacere per stanchezza, paura, rabbia o come reazione a stati emotivi intensi. Tuttavia, questo tipo di silenzio non è curativo: rappresenta piuttosto una fuga da noi stessi. Il silenzio che guarisce, invece, è una scelta consapevole: restiamo senza parole per ascoltare noi stessi, la natura e la vita.

    La parola è un potente strumento creativo e, proprio per questo, dovrebbe essere usata con moderazione e solo quando strettamente necessario. Parlare richiede energia vitale, concentrazione e attenzione. Perciò, è utile fare delle pause e immergersi nel silenzio.

    Un giorno di silenzio a settimana

    Dopo aver letto il libro ispiratore di Kankyo Tannier, “La cura del silenzio”, ho pensato che dedicare un giorno a settimana al silenzio delle parole potrebbe essere una pratica rivoluzionaria. Kankyo Tannier, monaca zen buddista e insegnante di meditazione, gestisce il blog www.dailyzen.fr e ci guida con delicatezza e ironia nel mondo affascinante del silenzio. Nei suoi scritti, parla di ritiri silenziosi di più giorni e suggerisce momenti quotidiani senza parole, come durante i pasti. Scrive infatti:

    “Mangiare in silenzio permette di apprezzare meglio i cibi, esplorare i sapori e prendersi il tempo per una buona masticazione. Mangiare in piena consapevolezza rende la digestione più facile e la respirazione più calma […]. In alcune tradizioni iniziatiche, si crede che, in quei momenti di totale consapevolezza, si assimilino energie sottili e luminose che rafforzano la nostra salute e il nostro essere.”

    Kankyo Tannier descrive i numerosi benefici dei suoi ritiri silenziosi e invita chiunque desideri sperimentarli a prepararsi adeguatamente per vivere l’esperienza pienamente, informando anche i propri cari di questa pausa dal mondo. Il libro offre diversi esercizi per raggiungere una profonda consapevolezza di sé.

    Perché non dedicare, allora, un giorno alla settimana a questa pratica di rigenerazione interiore? Si potrebbe iniziare durante le vacanze o nei fine settimana e renderlo parte integrante della nostra vita.

    I vantaggi del silenzio

    Siamo continuamente in ascolto dei nostri telefoni e sempre meno della natura. Per me, il vento è un suono speciale: solitario, forse, ma rilassante. Ognuno dovrebbe trovare il proprio suono distintivo e farne un rifugio, capace di suscitare serenità o euforia, o di portare quiete e pace. Tra i suoni più importanti, se non il più significativo, c’è il silenzio totale e assoluto. (André Kostelanetz)

    Praticando il silenzio consapevole per un certo tempo, corpo e mente si rigenerano. Finalmente esercitiamo l’ascolto autentico, spesso trascurato. L’attenzione si acuisce e riusciamo a sentirci connessi con l’intero universo.

    In silenzio, non recitiamo alcun ruolo, e l’energia vitale che spendiamo per mantenere le nostre maschere sociali può essere preservata e incanalata verso altri scopi.

    Scopriamo un nuovo linguaggio: la parola cede spazio ai gesti, agli sguardi, alla comunicazione non verbale, fino a percepire qualcosa di più sottile, come l’energia di una persona o di un luogo. Affiniamo i sensi: odori e profumi diventano più vividi e intensi.

    Il silenzio ci insegna a vivere più lentamente e serenamente.

    Non è necessario un luogo senza rumore per provare questi benefici. Come sottolinea Tannier nel suo libro, “il silenzio non significa assenza di rumore”. All’inizio può aiutare cercare luoghi tranquilli, ma il vero obiettivo è trovarlo dentro di noi: il silenzio autentico è interiore, una completa presenza a se stessi.

    “… chi pratica la meditazione potrebbe concordare sul fatto che durante la pratica si sviluppa una sorta di “ancora” interiore, fatta di silenzio e tranquillità, che resta imperturbabile nonostante le turbolenze mentali o emozionali, sia proprie che altrui. Quando rischiamo di essere sopraffatti dagli eventi esterni, esiste uno spazio dentro di noi che rimane sereno.”

    Sperimentiamo il silenzio e l’assenza di parole il più possibile, allontanando le distrazioni: spegniamo, almeno un giorno a settimana, anche solo per alcune ore, telefoni, parole e pensieri futili. E accendiamo finalmente noi stessi!

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