Quando si parla di televisione, il discorso ruota attorno a poche ma solide certezze: i giovani non la guardano più, si vedono sempre le stesse facce, la prima serata ha fagocitato la seconda, dà sempre meno spazio destinato alla sperimentazione. La ragione per cui tutto questo accade è principalmente una: i soldi. Con meno risorse si tende ad andare sul sicuro.
Amazon il colosso dell'e-commerce
I soldi dalle parti di Amazon, invece, non mancano e il colosso dell’e-commerce ha scelto di puntare anche in Italia su produzioni originali per il suo servizio di streaming, Amazon Prime Video. L’obiettivo è quello di diventare “una generalista”, cioè di arrivare a un pubblico il più possibile ampio e diversificato. Mission che ha adottato anche la concorrente Netflix con l’arrivo di Tinny Andreatta, ex responsabile di Rai Fiction, come vice presidente delle serie originali italiane. Ad Andreatta è stato riconosciuto il merito di aver reso imbattibile la Rai sulla fiction: il pubblico la guarda perché sa che il prodotto sarà quasi certamente di suo gradimento, la rete a sua volta conosce il suo pubblico e sa su quali generi e volti puntare col risultato che gli ascolti volano nonostante le polemiche. È ancora presto per dire che Andreatta riuscirà a imporre la sua linea anche a un colosso internazionale come Netflix ma intanto, complice la pandemia e il lockdown, il numero degli abbonati ai servizi in streaming è cresciuto, anche perché le aperture di cinema, teatri e live club continuano a slittare e in pochi scommettono su un rapido ritorno alla normalità. Ed è anche grazie all’arrivo di questi nuovi abbonati che oggi le piattaforme streaming possono concedersi di investire e diversificare l’offerta, puntando su nomi noti.Già con Celebrity Hunted Amazon aveva puntato su un cast di tutto rispetto, che prevedeva tra gli altri anche l’ex capitano della Roma Francesco Totti, senza però ottenere il risultato sperato nonostante il grande investimento economico e pubblicitario. In comune con quel format LOL ha il conduttore Fedez, che sembra qui più a suo agio, complice forse anche l’affiancamento con Mara Maionchi e la presenza nel cast di Elio, uniti dall’esperienza di X Factor. Quello che forse è mancato a tutte le produzioni dei colossi dello streaming fino a questo momento è quell’atmosfera di sano cazzeggio che si respira in LOL e che è dato anche dal fatto che molti dei talent presenti già si conoscessero e fossero dunque a loro agio nelle interazioni. In questo caso, a differenza di tante altre occasioni, quel clima da pizzata di classe ha giovato al programma anziché creare un clima escludente da conventicola tipica di altre trasmissioni (forse, ma è solo un’ipotesi, perché qui non erano tutti romani).
Da Sky sono arrivati Fedez, Maionchi, Elio e Frank Matano, giudice di Italia’s Got Talent con un passato da star del web. Mattatori in quota Rai invece Lillo, una Caterina Guzzanti forse un po’ sottotono, da Mediaset Angelo Pintus e Katia Follessa, ora su Real Time con Cake Star; da Youtube – e in generale dal web – vengono Ciro e Fru dei The Jackal, mentre dal mondo della stand up Luca Ravenna, milanese di base a Roma, e Michela Giraud, che tra poco tornerà su Comedy Central con il suo CCN. Un cast variegato per età, genere, provenienza e talento che, pur dovendosi attenere ai meccanismi del format, ha portato in dote, chi più chi meno, la propria fetta di pubblico e le proprie capacità, che hanno saputo essere valorizzate da un grandissimo lavoro di scrittura e montaggio.