Il 22enne accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta, è arrivato in Italia ieri mattina, sabato 25 novembre 2023. Dopo l'atterraggio all'aeroporto di Venezia, proveniente dalla Germania con un aereo militare, è stato trasferito al carcere di Montorio, una frazione nord di Verona. Il suo arrivo è stato accompagnato da un corteo di macchine dei Carabinieri. Durante il passaggio della vettura, una Lancia blu scura, un passante ha urlato "maledetto".
È un detenuto classificato "a grande sorveglianza"
Filippo Turetta è stato consegnato dalla polizia tedesca con le manette ai polsi e ai piedi. Chi lo ha visto lo ha descritto come silenzioso e rassegnato. Prima di essere lasciato in cella, è stato perquisito da cinque agenti della penitenziaria, che gli hanno tolto l'elastico della tuta e i lacci delle scarpe per ragioni di sicurezza. Turetta ha confessato di aver ucciso la sua ragazza e di aver avuto l'intenzione di suicidarsi ma di non aver avuto il coraggio. Gli sono stati forniti vestiti, biancheria, ciabatte, bagnoschiuma e uno spazzolino da denti.
Filippo Turetta, prima notte in carcere: le parole di chi l'ha visto
Il carcere di Verona ha classificato Filippo Turetta come un detenuto "a grande sorveglianza", che deve essere costantemente monitorato per evitare che faccia del male a se stesso o subisca violenze da parte degli altri detenuti. Attualmente la sua cella consiste in due letti, un tavolo, due sgabelli, un mobiletto, un bagno e una finestrella con le grate. Tra qualche giorno potrebbe essere trasferito in un reparto protetto. Il suo avvocato, Giovanni Caruso, è entrato nel carcere prima del suo arrivo e ha dichiarato che il suo assistito è provato e disorientato, ma in condizioni di salute accettabili.
"È normale, tranquillo", ha affermato la direttrice del carcere di Verona, Francesca Gioieni, parlando con i giornalisti riguardo a Filippo Turetta. Ha chiarito che vengono applicate tutte le procedure di sicurezza previste per gli altri detenuti. Turetta sarà interrogato dalla giudice Benedetta Vitolo il prossimo martedì. Non è ancora chiaro se il ragazzo sceglierà di mantenersi in silenzio o risponderà alle domande del giudice. In caso di condanna, potrebbe rischiare l'ergastolo se si dimostrasse che l'omicidio è stato premeditato.
