Filippo Turetta, durante il suo arresto in Germania, ha confessato un altro dettaglio inquietante riguardo all'omicidio di Giulia Cecchettin. La polizia tedesca ha fatto questa scoperta lungo l'autostrada A9, all'altezza di Bad Durremberg.
Filippo Turetta, altre rivelazioni dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin
Filippo Turetta, durante l'arresto, ha confessato di aver pensato più volte di suicidarsi durante la sua fuga dopo aver ucciso Giulia Cecchettin. Tuttavia, non ha mai avuto il coraggio di farlo. Il ragazzo è stato fermato il 18 novembre con l'auto senza benzina, e subito ha ammesso la sua colpa: "Ho ucciso la mia ragazza". Turetta ha anche confessato di aver vagato in quei giorni e di aver considerato di schiantarsi contro un ostacolo o di suicidarsi, ma alla fine non ha avuto il coraggio di farlo.
Scoperta macabra nell'auto di Filippo Turetta dopo l'arresto
All'atto dell'arresto, le forze dell'ordine hanno trovato un coltello, il secondo oggetto di questo tipo trovato. L'auto di Turetta, una Punto nera, è stata sequestrata insieme a tutti gli effetti personali del giovane, attualmente detenuto nel penitenziario di Halle in attesa di estradizione. Gli investigatori stanno cercando di capire come Turetta abbia finanziato il suo viaggio, giacché non sono stati trovati segni di prelievi o pagamenti con carta di credito. Tuttavia, emerge che Turetta aveva un account PayPal attivo. È anche sospettato che abbia usato carte ricaricabili. C'è anche il dubbio se Turetta abbia comunicato con qualcuno durante la sua fuga, e si attende di interrogare il ragazzo per saperne di più.
La ragazza sarebbe morta dopo una lenta agonia
Dopo l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, la Procura di Venezia potrebbe aggiungere l'aggravante della crudeltà all'accusa contro Filippo Turetta. Anche se non vi fosse l'aggravante della premeditazione, rimarrebbe comunque l'accusa della crudeltà dovuta al modo in cui la ragazza è stata uccisa. Secondo le prime informazioni, Giulia sarebbe morta dopo una lunga agonia e avrebbe lottato fino all'ultimo per difendersi dall'aggressore.
