Cronaca

Dal carburante alla tazzina di caffè raffica di aumenti, aziende a rischio tracollo

  • Dal distributore alla panetteria, alla tazzina di caffè: se caro energia e aumenti delle materie prime sono un conto già di per sé salato per le tasche di imprese e famiglie, la conseguenza è un effetto domino sul lavoro di tutti i settori.

    Dal 1° marzo la tazzina di caffè si beve a 1 euro e 20 e un chilo di pane arriva a 3 euro, mentre benzina e gasolio sono alle stelle: superato il tetto dei 2 euro al litro. L’Osservatorio prezzi del ministero Sviluppo registra, negli impianti cittadini, benzina self tra 2 e 2,32 euro al litro (con qualche eccezione intorno a 1,90), prezzo che sale ancora per il servito. Per il gasolio, si va da 2,17 a 2,32 euro al litro per il self (con pochi impianti al di sotto dei 2 euro), fino a 2,39-2,40 per il servito. Ma le oscillazioni sono continue. Una situazione che preoccupa, a cascata, tutti i settori.

    Per l’autotrasporto «con il caro carburante il momento è drammatico e rischia di mandare a rotoli le imprese di trasporti».

    Nell’Astigiano sono oltre 500, circa 200 associate a Confartigianato: «Il settore ha già annunciato una protesta per il 19 marzo, prevedendo manifestazioni in tutta Italia – spiega Giansecondo Bossi, direttore Confartigianato Asti – Al momento però, l’ipotesi è sospesa in attesa dell’incontro del 15 marzo: il ministero Trasporti ha convocato per quella data le associazioni nazionali dell’autotrasporto». Tra gli interventi urgenti chiesti al Governo, al primo punto ci sono «provvedimenti di emergenza per contrastare gli aumenti di carburante, sotto forma di rimborso o credito d’imposta», mettendo sul tavolo anche il problema della mancanza+ di autisti. «Bisogna vedere quali saranno i risultati di quel confronto – continua Bossi - mi auguro che il settore abbia risposte e che i trasporti non si fermino: se dovesse succedere, se gli autotrasportatori dovessero essere costretti a spegnere i motori, la situazione sarà destinata ad aggravarsi». Ma a preoccupare non c’è solo il caro carburanti: «Lo diciamo da tempo – continua Bossi – aumenti di materie prime e caro bollette sono un problema a catena, che mette in difficoltà le imprese e famiglie. Questo momento mi preoccupa più degli ultimi due anni».

    Grande preoccupazione anche per Cia-Agricoltori Italiani: «Con il mais a 40 euro al quintale e il gasolio agricolo a 1,40 euro più Iva al litro, molte aziende, soprattutto del comparto zootecnico, non possono più andare avanti, sottolinea Marco Capra, presidente provinciale – Bollette e costi delle materie prime continuano a crescere e le stalle da latte e da carne subiscono i rincari senza ammortizzarli, così come gli altri comparti produttivi agricoli». La Cia si sofferma sulla carenza di grano: «Gli agricoltori, continua Capra sono in grado di spingere sulle semine per garantire produzioni sufficienti e di qualità, con il pieno utilizzo delle superfici disponibili, ma il problema sono i costi. La guerra in Ucraina sta sconvolgendo quotazioni e mercati, l’economia agricola rischia il cortocircuito perché le aziende si trovano a lavorare in perdita». Capra concorda con il presidente regionale Gabriele Carenini: «Chiediamo al Governo che metta in atto al più presto una politica per calmierare i prezzi dell’energia, le aziende devono essere messe in condizione di poter continuare a lavorare, l’agricoltura non può fermarsi, è un settore strategico dell’economia del Paese»

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