È il Friuli Venezia Giulia la Regione più a rischio di passare in zona gialla dalla prossima settimana. Alla vigilia del monitoraggio settimanale dell’Iss sull’andamento della pandemia di Coronavirus, la regione del governatore Massimiliano Fedriga presenta quasi tutti gli indicatori sopra la soglia fissata per restare in zona bianca, a cominciare dall’incidenza dei contagi. Il decreto Covid fissa a 50 casi ogni 100 mila abitanti il limite per restare in zona bianca, oltre che il tetto massimo del 10% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e il 15 per quelli in area medica.
Secondo di dati Agenas, il Friuli Venezia Giulia registra 114,3 casi ogni 100 mila abitanti tra il 15 e il 17 novembre, oltre al 14% di posti occupati nelle terapie intensive e altrettanto in area medica. Questo dato è in crescita di un punto rispetto alla settimana precedente. Un trend che rischia di far scattare le prime restrizioni, con maggiore preoccupazione per la prospettiva che riguarda il mese di dicembre, quando il passaggio potrebbe scattare alla zona arancione, con un livello di chiusure ben più pesante.
A rischio zona arancione fra un mese Sotto osservazione resta anche la provincia di Bolzano, dove l’occupazione delle terapie intensive ha raggiunto l’8 % in calo di un punto rispetto alla settimana precedente, e quella dell’area medica al 14%, con dato stabile. Pesa l’indicatore dell’incidenza dei contagi, con 139,1 casi ogni 100 mila abitanti, quando mancano due giorni al bilancio conclusivo per decidere sul passaggio di colore. Per buona parte delle altre Regioni, il fronte ospedaliero non preoccupa quanto però fanno gli indicatori sull’incidenza dei contagi, soprattutto in vista delle festività natalizie.
È il caso del Veneto, che finora può contare sull’occupazione di terapie intensive e reparti Covid al 5 per cento, ma soffre con 70 casi ogni 100 mila abitanti nell’ultima settimana. Di contro c’è la Calabria, che sul fronte dei contagi è ancora lontana dall’abbandono della zona bianca, avendo 24,7 casi ogni 100 mila abitanti. Parte dagli ospedali l'appello dei primi segnali di allarme, visto che le terapie intensive sono piene al 6%, mentre le aree mediche segnano un trend in crescita di un punto a settimana attestandosi al 13%.
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