Cronaca

Zelensky: «Con noi una legione di stranieri». Così le leggi "cambiano".

  • L’appello del presidente ucraino Zelensky a chi è disponibile a combattere: «Venite la stiamo formando». Il sì di Londra e Danimarca che autorizza i suoi cittadini. Elon Musk offre a Kiev il suo servizio internet satellitare.

    Quando aveva 9 anni Gregory «Grisha» Fibobrov è arrivato da San Pietroburgo con i genitori, l’Unione sovietica crollava, gli ebrei in fuga dalle repubbliche provavano a ricostruire una vita da immigrati, i figli servivano ad integrarsi. Il servizio militare obbligatorio e il senso di appartenenza portato a casa durante le licenze: Grisha entra nella brigata Golani, truppe d’assalto che prendono il nome dalle alture dov’ è cresciuto.

    Come lui la maggior parte delle seconde-terze generazioni (in Israele gli abitanti di origine ex sovietica sono in totale oltre un milione) si è arruolata nelle unità combattenti d’élite ed è agli ucraini tra loro che si è rivolta l’ambasciata a Tel Aviv: un appello per tornare alle origini, a combattere per Kiev. Fibobrov ha già scelto. Dal 2014 - quando sotto attacco era la Crimea - ha reindossato la divisa di un altro esercito e da allora è in prima linea contro i russi, anche se non ha ancora la cittadinanza ucraina: la burocrazia, dice.

    Il presidente Volodymyr Zelensky ha bisogno di accelerare le pratiche d’arruolamento e invita i volontari di tutto il mondo a raggiungerlo «per sostenere la resistenza contro gli occupanti russi e difendere la sicurezza globale. Stiamo formando una legione internazionale». Come le brigate ai tempi della guerra di Spagna: «Se mi aveste chiesto perché mi ero arruolato nella milizia vi avrei risposto: “Per combattere contro il fascismo” e se aveste insistito per sapere a favore di cosa avrei combattuto, la mia risposta sarebbe stata: “La dignità comune”» scrive George Orwell in Omaggio alla Catalogna .

    Assieme allo scrittore negli anni Trenta si mobilitarono 4.000 volontari britannici e adesso Liz Truss, la ministra degli Esteri, spiega da Londra che per lei chi vuole partire parta perché «gli ucraini stanno lottando per la libertà e la democrazia di tutta l’Europa».

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