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Vaiolo scimmie, il ministero: "Valutare il vaccino per i sanitari e la quarantena per i contagiati. 

  • Valutare la vaccinazione per i sanitari, l'applicazione delle misure di quarantena in alcuni contesti e bloccare le donazioni di sangue da parte dei contatti asintomatici. Sono i principali contenuti della circolare del ministero della Salute, guidato da Roberto Speranza, sul vaiolo delle scimmie che, si legge nel testo, potrebbe trasmettersi dall'uomo anche agli animali di compagnia.

    I casi confermati in Stati membri dell'Unione europea, al 23 maggio, sono 68 i casi e almeno 42 casi in fase di indagine. Non si sono fino a ora registrati decessi. Anche fuori dall'Europa sono stati segnalati casi di vaiolo delle scimmie: al 18 maggio due in Canada e 20 sospetti sottoposti a test di laboratorio a Montreal, nel Quebec, e visitati in cliniche per le Infezioni sessualmente trasmissibili (Ist); un caso confermato a Boston, negli Stati Uniti, in un uomo adulto con una recente storia di viaggio in Canada e un caso probabile a New York. ll 19 maggio l'Australia ha segnalato 2 casi confermati, uno dei quali in un uomo con precedenti di viaggio nel Regno Unito. Il 20 maggio 2022 Israele ha segnalato un caso confermato e altri casi sospetti. Il 22 maggio la Svizzera ha segnalato un caso che aveva precedentemente viaggiato in Europa.

    Ma come si trasmette il vaiolo delle scimmie? "Nell'attuale focolaio di Mpx umano, la natura delle lesioni presenti in alcuni casi suggerisce che la trasmissione sia avvenuta durante i rapporti sessuali. La trasmissione attraverso il contatto con la pelle intatta è meno probabile, ma non può essere esclusa", risponde il ministero. La trasmissione interumana, ricorda la circolare, "avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia e attraverso fomiti. Inoltre, il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni esantematiche aperte o con oggetti contaminati come fomiti o indumenti". Sono stati anche riportati "casi di trasmissione del virus da madre a figlio durante la gravidanza".

    E quanto è contagioso? "Dai focolai in Africa, il tasso di attacco secondario è stimato al 9-12% tra i contatti non vaccinati all'interno delle famiglie, tuttavia altre stime raggiungono il 50%, mentre nell'epidemia del 2003 negli Stati Uniti era pari allo 0%", evidenzia la circolare. "Sebbene alcuni dei casi segnalati siano epidemiologicamente collegati - si precisa - in questa epidemia non è stata ancora documentata la trasmissione ai contatti stretti".

    "I contatti - si ricorda nel testo - devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi riferibili a monkeypox per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. Segni/sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, mialgia, mal di schiena, eruzione cutanea e linfoadenopatia. I contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno".

    Ora nella circolare si legge che, nonostante "la probabilità di trasmissione dell'infezione" da virus del vaiolo delle scimmie "agli operatori sanitari che indossino dispositivi di protezione individuale appropriati (camice monouso, guanti monouso, copriscarpe o stivali monouso, protezione respiratoria tipo Ffp2 e protezione degli occhi con occhiali o visiera) sia molto bassa", va valutata la somministrazione di un vaccino per chi deve necessariamente avere a che fare con il vaiolo. "La vaccinazione post-esposizione (idealmente entro quattro giorni dall'esposizione) può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici", si legge nel documento.

    Quanto alle cure, è prevista anche "l'adozione di contromisure di tipo farmacologico, inclusi specifici antivirali" che "può essere presa in considerazione nell'ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse".

    "In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l'applicazione di misure quarantenarie", è scritto nella circolare.

    Lo stop alle donazioni dai contatti asintomatici

    Chi ha avuto un contatto con uno dei casi accertati di vaiolo delle scimme non deve "donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza". La circolare specifica che i contatti "devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. I sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, eruzione cutanea e linfoadenopatia".

    Evitare contatti con persone a rischio

    Durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti di un caso accertato di monkeypox "devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni". Il tracciamento dei contatti, si sottolinea, "permette la rapida identificazione di nuovi casi, di interrompere la trasmissione del virus e contenere l'epidemia. Permette inoltre di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave". Nella ricerca dei contatti, si precisa, "vanno considerati diversi contesti, tra cui famiglia, posto di lavoro, scuola/asilo nido, contatti sessuali, assistenza sanitaria, trasporti, sport, incontri sociali e qualsiasi altra interazione ricordata. Gli elenchi delle presenze, le liste passeggeri eccetera possono essere ulteriormente utilizzati per identificare i contatti".

    La trasmissione agli animali di compagnia

    Il ministero non esclude la trasmissione della malattia dall'uomo agli animali di compagnia. "Attualmente si conosce poco sull'idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell'uomo, e la trasmissione dall'uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile", si legge nella circolare sui casi di monkeypox.

    "Un tale evento di spill-over potrebbe in ultima analisi portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia a diventare una zoonosi endemica", è il monito contenuto nel documento, in linea con l'avvertimento lanciato nei giorni scorsi anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc.

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