Ucraina, i russi non si ritirano e la Nato si rafforza a Est. «Si teme il bluff di Putin» News

Ucraina, i russi non si ritirano e la Nato si rafforza a Est. «Si teme il bluff di Putin»

È una guerra per ora solo di nervi quella che si sta consumando tra l'Occidente e Vladimir Putin sulla frontiera ucraina. All'indomani dell'annuncio del Cremlino sulla fine parziale delle esercitazioni e il rientro dei soldati alle loro basi, la Nato continua a non vedere «alcun ritiro delle truppe russe dai confini dell'Ucraina. Anzi - ha accusato il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg nel corso della ministeriale Difesa a Bruxelles - Mosca sta inviando altre forze».

L'Occidente, immagini satellitari alla mano, teme insomma il bluff dello zar e oggi si è mostrato unito come non mai nel respingere l'assalto ibrido russo per forzare la mano a Europa, Usa e Nato su un nuovo assetto di sicurezza. Con l'Alleanza che sta valutando un rafforzamento «di lungo termine» del fianco est e l'Italia, rappresentata dal ministro Lorenzo Guerini, che si è detta «pronta a fare la sua parte» sull'invio di truppe per la deterrenza. Certo, segnali di apertura diplomatica da Mosca ci sono, tutti i leader lo riconoscono. «Dopo le parole però adesso ci vogliono i fatti», ha sintetizzato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Se di distensione si tratta, è al rallenty. Come confermano anche le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Le truppe russe non se ne vanno davvero, si avvicendano», ha avvertito, aggiungendo quasi a farsi coraggio che il suo Paese «non teme nulla e nessuno» ed è pronto a difendersi. Accogliendo al quartier generale i 30 ministri della Difesa alleati, Stoltenberg non a caso ha definito le «minacce militari» della Russia come un tentativo d'imporre «una nuova normalità» nell'est. E ottenere concessioni. Ma ha anche professato «cauto ottimismo» per la volontà manifestata da Putin di voler proseguire il percorso della diplomazia.

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