«A Mariupol i corridoi umanitari sono quasi inesistenti, perché i militari russi non informano le persone chiuse nei rifugi. L'unico modo per uscire e andare in Crimea o Russia, dove alla frontiere alcuni ci dicono di essere stati umiliati e costretti a stare nudi di fronte ai soldati. Nella città manca cibo e continuano il saccheggio dei negozi mentre molti sono stati costretti a bere acqua di neve. I primi a morire sono i bimbi più piccoli, per la fame».
È quanto riferiscono alcuni rifugiati di Mariupol - giunti a Dnipro da una settimana - all'inviato dell'ANSA in un centro di accoglienza a Dnipro, città dell'Ucraina orientale.
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