Tra le vittime della guerra in Ucraina c'è anche un giornalista americano: il 51enne Brent Renaud, ucciso dalle forze russe a Irpin, nei sobborghi di Kiev. Altro due suoi colleghi sono rimasti feriti. A renderlo noto è stato il capo della polizia Andrei Nebitov con un post su Facebook, mentre su Twitter sono state diffuse foto dei documenti del cronista a conferma della sua morte.
I videoreporter stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo ed è morto all'istante mentre gli altri colleghi sono stati trasferiti in ospedale. In un video sui social si può ascoltare la versione di uno dei feriti che racconta quanto avvenuto.
"Stavamo attraversando il primo ponte a Irpin con altri colleghi, per filmare i rifugiati in fuga - dice il giornalista -. Si è avvicinata un'auto che ci ha chiesto se volevamo andare con loro per passare il secondo ponte, abbiamo superato il checkpoint e ci hanno sparato contro. Brent è stato ferito e lo abbiamo dovuto lasciare indietro per fuggire. Sono stato portato qui da un'ambulanza. Ho visto che gli hanno sparato al collo, ma non so che fine abbia fatto".
Intanto il sindaco di Irpin, Oleksandr Markushyn, ha annunciato che l'ingresso alla città sarà vietato ai giornalisti. La misura - ha spiegato - è stata decisa per proteggere i reporter e i soldati ucraini. "Esorto tutti i rappresentanti dei media, così come tutti gli ucraini, a non pubblicare sui social network i nostri militari, le loro attrezzature o qualsiasi cosa che indichi la loro posizione! È molto importante", ha aggiunto.
In un primo tempo si era diffusa la notizia che fosse in Ucraina per conto del New York Times, ma è stato lo stesso quotidiano americano a smentirla. "Siamo profondamente rattristati dalla morte di Brent Renaud. Brent era un fotografo e un regista di talento che negli anni passati aveva collaborato con noi - scrive il giornale in una nota -. Anche se aveva collaborato con il Nyt in passato (più recentemente nel 2015) non si trovava in missione in Ucraina per il quotidiano. Le prime informazioni riferiscono che lavorava per noi perché è stato trovato con il tesserino del giornale che gli era stato dato per una missione anni fa".
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