«So che il tumore al pancreas non perdona, ma essere abbandonata così no». C'è tanta rabbia oltre che dolore nelle parole di Orazio Cao, marito di Paola Luise, stroncata lunedì a 58 anni, in cinque mesi, da una neoplasia devastante, diagnostica però con ritardo secondo il coniuge, deciso a sporgere denuncia. La donna, nata e vissuta fino a 22 anni a Martellago, si è poi stabilita a Favaro Veneto dove ha abitato fino alla scorsa estate ed era molto conosciuta, avendo anche lavorato per vent'anni come cameriera alla trattoria Alla Pesa, per trasferirsi infine a Ospedaletto (Treviso), dov'è stata assistita dal marito e dalla figlia Ginevra, col supporto degli operatori dell'associazione Advar.
Paola Luise a giugno ha iniziato ad avvertire dolori sempre più forti ad addome e stomaco e a perdere peso, «sintomi che avrebbero dovuto allertare i medici del Pronto soccorso dove ci siamo recati quattro volte tra fine luglio e agosto, una all'Angelo, tre al Ca' Foncello di Treviso - lamenta il marito - Solo in un caso una dottoressa ci ha detto di prenotare una Tac urgente, ma la prima data era il 7 settembre. Abbiamo dovuto effettuarla in privato».
Solo con l'esito dell'esame, il 30 agosto, la paziente è stata ricoverata al Ca' Foncello, «ma ormai non c'era più nulla da fare. Ci siamo rivolti anche a centri specializzati, tra cui Milano. Non so se il suo destino sarebbe cambiato, ma si poteva curarla meglio, forse avrebbe potuto vivere un po' di più e comunque non si può lasciare una persona così in balia del male», accusa Orazio Cao che intende andare a fondo. I funerali di Paola Luise venerdì alle 10 in chiesa a Martellago.
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