La situazione pandemica in Italia peggiora, anche se molto lentamente grazie al successo della campagna vaccinale, ma c’è una tendenza all’aumento del tasso di occupazione dei posti letto in area medica ed intensiva.
Per contrastare l'aumento dei casi ed evitare ritardi che sarebbero pericolosi, la politica sta pensando a vari interventi, tra cui l’obbligo vaccinale per alcune categorie maggiormente esposte al virus e l’ipotesi di una riduzione a 5 mesi dell’intervallo tra la fine del ciclo primario di vaccinazione e la dose booster, la terza dose.
Dal punto di vista medico è un’opzione valida?
«Sicuramente non pone alcun problema — risponde al Corriere Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova —. Anche per persone che avessero anticorpi ancora “alti”, incontrare il virus per via naturale avrebbe lo stesso effetto di “richiamo” del booster. Ci sono virus che incontriamo di continuo nella nostra vita e che stimolano costantemente il sistema immunitario.