Cronaca

Tensione in Ucraina, gli Usa accusano la Russia: «Fa scorte di sangue per prepararsi alla guerra»

  • Si acuisce la tensione tra Russia e Ucraina lungo la linea di contatto nel Donbass. Nonostante la febbrile mediazione di questi giorni, le possibilità di una soluzione pacifica della crisi sembrano affievolirsi.

    Ieri gli Stati Uniti hanno lanciato un doppio allarme. Per bocca del segretario alla Difesa, Lloyd Austin, che in un’intervista al Guardian ha accusato la Russia di fare «scorte di sangue» per prepararsi ai combattimenti. E attraverso un nuovo intervento del presidente Joe Biden, che ha definito «molto elevato» il rischio di una invasione russa che «potrebbe accadere nei prossimi giorni», col pretesto di «un’operazione sotto falsa bandiera». Del resto, gli annunci di ritiro parziale della Russia sono stati smentiti da Washington e dalla Nato, che anzi insieme ai britannici accusano Mosca di stare inviando persino nuove truppe al confine, circa 7mila, dopo aver ammassato più di 100mila soldati e aver avviato esercitazioni militari in Crimea e Bielorussia.

    Ad accendere nuove tensioni è anche l’iniziativa militare dei ribelli filorussi che - stando a Kiev - avrebbero bombardato anche un asilo a Stanytsia Luhanska. «Una grande provocazione», secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che anche ieri ha ribadito come l’adesione alla Nato sia una «garanzia di sicurezza» sulla quale l’Ucraina non è disposta a compromessi. Ma il fronte della crisi potrebbe persino espandersi.

    La Bielorussia, infatti, inizia a fare capolino nella crisi ucraina come entità a sé. Alcuni Paesi - specie il blocco baltico - al consiglio informale di Bruxelles sull’Ucraina hanno sottolineato come di Minsk non ci si può più «fidare», perché ormai è «un paese fantoccio» nelle mani di Vladimir Putin e la situazione potrebbe precipitare anche a nord di Kiev, non solo a est. Proprio la costruzione di un ponte chiave in Bielorussia, a 6-7 km dalla frontiera ucraina, è stata indicata dagli Usa come un indizio di un imminente attacco russo.

    Nella lettera di 11 pagine consegnata agli Usa, Mosca si dice «pronta al dialogo» con l’Occidente e offre a Washington una cooperazione per realizzare «una nuova equazione di sicurezza». Ma sottolinea che «le linee rosse e gli interessi strategici» sul fronte della sicurezza che aveva posto «sono stati ignorati» e che «la crescente attività militare degli Usa e della Nato ai confini russi è allarmante». Lo spazio per la mediazione, insomma, si fa sempre più stretto.

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