Un nuovo caso di positività alla peste suina africana è stato scoperto a Campo Ligure, in provincia di Genova. Lo comunica lo Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, incaricato di monitorare il contagio. Salgono così a 115 in totale, dopo quello di Roma, i casi riscontrati a livello nazionale. I contagi complessivi in Piemonte e in Liguria a partire dal primo ritrovamento, il 27 dicembre scorso, sono rispettivamente 69 e 45.
Sono quasi cinquantamila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la peste suina africana (Psa) che è spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti dopo il caso di peste suina individuato nella riserva naturale dell'Insugherata nel comune di Roma, il primo fuori dalle regioni Liguria e in Piemonte dove nella zona infetta sono stati fino ad ora individuati 115 casi dal primo contagio del 27 dicembre 2021.
Una emergenza nazionale con l'adozione nelle zone interessate - sottolinea Coldiretti - di misure di biosicurezza con abbattimenti cautelativi di maiali, contenimento e monitoraggio dei cinghiali presenti, vincoli al trasporto di animali, limitazione alle attività nei boschi e vincoli alle esportazioni che da gennaio 2022 ha portato alla perdita di circa 20 milioni di euro al mese di export di salumi. A preoccupare è il fatto - aggiunge l'organizzazione agricola - che solo a Roma e provincia si stima la presenza di 20 mila cinghiali che rappresentano un veicolo pericoloso di trasmissione della malattia ed è pertanto importante - sostiene Coldiretti - l'avvenuta attivazione del monitoraggio nella zona interessata. Una proliferazione - conclude Coldiretti - che riguarda in realtà tutta la penisola dove sono presenti secondo l'organizzazione agricola 2,3 milioni di esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini e per le attività agricole.
«Con il caso di Roma dopo quelli individuati in Piemonte ed in Liguria c' è il rischio concreto - commenta il presidente Coldiretti Ettore Prandini - che l'emergenza si allarghi ad altre regioni, dall'Umbria alla Lombardia, dall'Emilia al Veneto dove si concentrano i prodotti di pregio della norcineria nazionale che è un settore di punta dell'agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi, buona parte del quale realizzato proprio sui mercati esteri».
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