La partita è ancora aperta sulla possibile estensione del super green pass a tutto il mondo del lavoro. Una soluzione che non dispiace a Palazzo Chigi, che la considera una evoluzione coerente delle attuali normative anti Covid, ma che, a oggi, nonostante vertici e riunioni andate in scena fino a ieri in tarda serata, non ha l’appoggio di tutta la maggioranza. In particolare il M5S e il leader della Lega, Matteo Salvini, hanno più di una perplessità.
Fino all’ultimo saranno valutate tutte le opzioni, tra cui quella spuntata ieri, vale a dire l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i soggetti più fragili, cioè gli over 60, come “misura strutturale” per frenare l’impennata dei contagi. Il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha comunque mandato ieri sera un warnig a Palazzo Chigi: «Condizione preliminare perché si possano prendere in considerazione ulteriori restrizioni è che si introduca subito il ricorso allo smart working.
È inaccettabile che l’Europa faccia ricorso a questa misura, e proprio noi che siamo stati i capofila l’abbiamo dismessa in questa fase della pandemia». L’attesa è quindi tutta per il Cdm che, salvo sorprese, dovrebbe svolgersi oggi pomeriggio, dove il governo è intenzionato a varare un nuovo pacchetto di interventi per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Tra le altre ipotesi allo studio per raffreddare la curva epidemiologica ci sarà un chiarimento sullo smart working, come richiesto appunto anche dal M5s, su come utilizzare la massima flessibilità con le regole già vigenti: per la Pa a farlo sarà il titolare della Funzione pubblica, Renato Brunetta (Fi), mentre per il lavoro privato, il collega Dem, Andrea Orlando.