Cronaca

Maurizio Buratti: no vax che si vantava di aver fatto l'untore Covid finisce in terapia intensiva

  • Diventato celebre come Mauro da Mantova perché in collegamento con la trasmissione radiofonica La Zanzara di Giuseppe Cruciani si vantava di essere no vax e addirittura di essersi recato, da malato Covid, in un supermercato. Ora per Maurizio Buratti, questo il suo nome, sono ore cruciali perché è in terapia intensiva proprio a causa del Covid e le sue condizioni sono gravi.

    Non risponde alle cure. Il blitz da untore in un supermercato - Si era recato in un supermercato con la febbre a 38° e la mascherina abbassata, una follia di cui lo stesso Maurizio Buratti si vantava in radio. Il "blitz da untore" lo definiva ai microfoni di Giuseppe Cruciani. Buratti, di professione carrozziere e no vax convinto, è nato a Curtatone ma dopo l'exploit a La Zanzara è diventato noto come Mauro da Mantova. E lui spesso interveniva in diretta per lanciare le sue provocazioni, ultimamente proprio contro il vaccino Covid.

     Il giornalista Giuseppe Cruciani lo ha convinto a ricoverarsi - Ed è stato Giuseppe Cruciani a rendere nota la sua condizione clinica. In diretta ha comunicato che Maurizio Buratti è stato ricoverato in terapia intensiva nell'ospedale Borgo Trento di Verona, dopo che le sue condizioni si erano aggravate.

    Non lascia scampo la diagnosi è quella di una polmonite bilaterale dovuta al Covid e nonostante le sue condizioni fossero in costante peggioramento, rifiutava di farsi ricoverare, tanto che è stato lo stesso Cruciani, con l'aiuto di altre persone, a convincerlo ad andare al pronto soccorso. "L'ho convinto, dopo due giorni al telefono e sentendo lo stato in cui era a ricoverarsi in un ospedale - ha spiegato Cruciani in trasmissione -, ha il casco per l'ossigeno e il saturimetro che segna 54". "Solo un po' di tosse", poi la situazione precipita - Il carrozziere mantovano era intervenuto pochi giorni prima in radio per vantarsi di avere fatto l'untore in un supermercato, dove era entrato con la mascherina abbassata e 38 di febbre.

    Si era vantato del suo gesto, che aveva definito "una soddisfazione impagabile, ero con il naso fuori così ho disseminato per bene i germi", aveva spiegato quando le sue condizioni erano ancora buone e aveva "solo un po' di tosse, raffreddore e raucedine". Poco dopo però l'uomo è peggiorato e, dopo alcuni giorni in casa a stare male, si è convinto a farsi ricoverare ma non all'ospedale della sua città, Mantova, "perché ci sono i comunisti", ma a Verona.

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