Nel parco di Villa Pamphili a Roma, alla fine di maggio, sono stati scoperti i corpi di una donna e una neonata. La zona, nascosta dalla vegetazione, non aveva rivelato fino ad ora molti dettagli sulle circostanze della loro morte. Una recente testimonianza potrebbe tuttavia illuminare gli eventi che hanno preceduto il tragico ritrovamento. Una tenda, un uomo non identificato e documenti tracciati formano lo scenario di questo mistero inquietante.

Testimone chiave a Villa Pamphili
Un indizio inaspettato proviene da una giardiniera del comune di Roma che, a maggio, ha notato una donna con un neonato accompagnata da un uomo di carnagione olivastra vicino a una tenda camuffata da oleandri su via Leone XIII. La giardiniera, parlando in inglese, ha intimato alla coppia di lasciare l'area, vietata ai campeggiatori. Questo breve scambio, seppur minimo, rivela un importante dettaglio: la donna e la bambina sono state viste vive poco prima del ritrovamento dei loro corpi.
La tenda e il documento d'identità
La tenda ora sequestrata, risultata appartenere alle vittime, era stata ottenuta tramite un'organizzazione che assiste i senza tetto, per la quale è necessario mostrare un documento di identità. Questo rappresenta una pista investigativa significativa, potenzialmente in grado di offrire un nome e una storia a chi ora è senza volto. Gli inquirenti si stanno muovendo per ricostruire i legami e le circostanze che hanno portato madre e figlia a quel triste destino.
Le indagini continuano
L'analisi del DNA ha confermato il legame di parentela tra le due vittime, ma l'autopsia ha sollevato più domande che risposte. La donna non mostrava segni di violenza o trauma, al contrario, la causa di morte della neonata è stata l'asfissia. Le forze dell'ordine, intanto, hanno diffuso le immagini dei tatuaggi ritrovati sul corpo della donna, sperando di ricevere aiuti esterni. Un'intensa ricerca che per ora spazia tra ospedali, refettori e dormitori, nella speranza di restituire un'identità a queste due vittime dimenticate dalla società.
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