Quando si prende un animale deve aver sempre chiaro che iniziare un percorso insieme vuol dire tanto amore, ma anche responsabilità e impegno. Cosa che la proprietaria di Cluster non ha proprio preso in considerazione, un giovane gatto di Torino, tanto bello quanto buono, che lei ha deciso di far sopprimere quando si è presentato un blocco urinario e le è stato prospettato un intervento di uretrostomia dal costo di circa 600 euro.
Le Sfigatte , storica associazione torinese che si prende cura del mondo felino,raccontano questa triste storia: «Quando ci sono dei costi veterinari elevati da sostenere comprendiamo che ci possano essere delle difficoltà da parte dei proprietari, ma riteniamo che una persona che ha scelto di adottare un animale si debba comunque assumere anche la responsabilità delle sue cure e fare il possibile per trovare una soluzione.L Possono essere diverse le alternative per tentare di salvare la vita al proprio animale…per chi ci tiene, naturalmente: si può chiedere alla clinica di poter rateizzare il pagamento, si può chiedere un prestito ad amici e parenti, si può provare a fare delle raccolte fondi». La proprietaria ha chiesto aiuto ad una associazione (Sfigatte) perché si prendesse il gatto e, essendo da operare, purché si facesse totalmente carico del costo dell’intervento.
Ed è proprio in questo caso sono intervenute le Sfigatte: «Noi ci siamo rese disponibili a prenderci Cluster per trovargli una nuova adozione e anche eventualmente di farci carico dell’operazione ma con l’impegno che lei saldasse il suo debito restituendoci almeno 50 euro al mese. Ci è stato risposto un NO categorico. Lo avrebbe fatto SOPPRIMERE». Per fortuna i veterinari si sono rifiutati di sopprimere un giovane gatto che poteva risolvere completamente i suoi problemi con l’uretrostomia, e così lo hanno operato a loro spese. In tutta questa triste storie le Sfigatte raccontano anche un altro elemento egoistico di questa donna: la proprietaria aveva raccontato di «on poter tirare fuori neanche 50 euro al mese per salvare il proprio animale raccontando di avere grosse difficoltà economiche ma la realtà era un’altra. «Ci prende per i fondelli perché poi scopriamo che lavora per un’azienda che vende integratori ed è ad un alto livello, che si è appena ristrutturata la casa e che è così disastrata economicamente che, dopo aver detto alla clinica di sopprimere il suo gatto, pochi giorni dopo pubblica un video su Instagram dove si vanta di aver comprato su Amazon un aggeggio “indispensabile” per la sopravvivenza umana: un cestino dell’umido elettrico che elimina gli odori, dall’esiguo costo di oltre 100 euro! Lei che era così squattrinata da non poter tirare fuori 50 euro al mese per salvare il suo gatto!».
Cluster ora fortunatamente sta bene, si trova in clinica e cerca una famiglia in stallo «per dimostrargli che le persone non sono tutte così squallide e insensibili come la sua ex proprietaria. Lui è giovane, testato fiv felv negativo, molto buono, ora urina senza nessun problema.
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