Cronaca

La furia del paziente del San Giovanni di Roma che stacca a morsi un dito a un'infermiera

  • Un paziente romano di 55 anni, trasportato in forte stato di agitazione all’Ospedale San Giovanni di Roma, ha dato in escandescenze dopo essersi ripreso dalla sedazione dei medici del pronto soccorso, insultando e aggredendo il personale sanitario. Un’infermiera ha tentato nuovamente di calmarlo – secondo quanto riportato dal Messaggero – ma la sua furia era incontenibile, al punto che l’uomo l’ha morsa su un dito talmente forte da staccarle una falange. Il tutto è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 29 dicembre, in pochissimi istanti: momenti di follia che hanno richiesto l’intervento degli agenti di polizia per ripristinare la calma.

    “All’improvviso me lo sono ritrovato addosso”, ha raccontato l’infermiera ancora sotto choc. “Era una scheggia impazzita – ha aggiunto – sono stati i miei colleghi a salvarmi”. A sua volta è stata soccorsa e medicata in ospedale. Ma gli operatori sanitari, complice l’esasperazione dovuta alla pandemia, non si sentono più al sicuro, e le segnalazioni aumentano di giorno in giorno. “Chiediamo da tempo di riattivare la sicurezza nei presidi e soprattutto nei pronto soccorso.

    Siamo esposti, ora più che mai, a continue aggressioni”, denuncia Roberto Chierchia, segretario generale Cisl Lazio. Nell’ultima settimana a Roma sono stati segnalati anche casi di aggressione verbale al policlinico di Tor Vergata. Sulla questione è intervenuto l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato: “Esprimo solidarietà e vicinanza – ha scritto in una nota ufficiale – al personale sanitario vittima negli ultimi giorni di episodi di violenza.

    I nostri operatori stanno combattendo in prima linea il virus con passione e abnegazione”. Le aggressioni ai medici si moltiplicano: l’ultima in ordine di tempo è quella segnalata ieri dal Sindacato nazionale autonomo medici italiani di Trieste: “L’ennesimo ed inaccettabile atto di violenza nei confronti di un medico di medicina generale e del proprio Collaboratore di Studio. Un paziente senza mascherina si presenta in studio e senza qualificarsi, con minacce e spintoni pretende una prestazione medica. Invitato ad allontanarsi, prende a calci la porta d’ingresso dello studio spaccando la serratura”.

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