Il 23 gennaio una delegazione guidata dal vescovo di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci, ha visitato la baraccopoli di San Ferdinando, vicino a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Lì vivono centinaia di lavoratori stranieri impegnati, in questo periodo, nella raccolta degli agrumi. Uscendo il vescovo ha detto: «C’è da rimanere scioccati».
Con lui c’erano rappresentanti della Caritas e di associazioni di volontariato. Al termine della visita del vescovo, un delegato della Caritas ha letto un comunicato: «Chiediamo non risposte emergenziali che creino “ghettizzazione”, ma un’accoglienza diffusa dove ogni persona può essere sostenuta». Il ghetto di San Ferdinando esiste da 12 anni: è stato una tendopoli, poi sgomberata, che si è trasformata in baraccopoli con costruzioni in legno e lamiera, poi di nuovo in tendopoli e ancora in baraccopoli.
Sempre fatiscente: i braccianti, spesso arruolati e sfruttati dai caporali per il lavoro nei campi, vivono in condizioni di abbandono.