Una, due volte al giorno. Informazioni consultabili da tutti. La ‘rivoluzione’ è iniziata a metà dello scorso febbraio. Il ministero della Difesa britannico ha iniziato a usare i social come mai era accaduto prima: per diffondere informazioni di intelligence militare su un conflitto in un altro Paese, sull’Ucraina teatro dell’invasione russa. Su quella che è stata la guerra più annunciata, iniziata con un’inedita diffusione di informazioni di intelligence e allarmi che non hanno evitato il peggio.
«La cosa straordinaria di questo conflitto è come abbiamo dominato lo spazio dell’informazione sin dall’inizio - ha commentato Jonathan Eyal del Rusi, think tank di Londra - Lo facciamo per eliminare qualsiasi propaganda da parte russa». È una «situazione assolutamente senza precedenti», per Rory Cormac, autore di diversi testi sui servizi del Regno Unito, che parla di un «cambiamento culturale enorme». «Propaganda è una parolaccia. Ma l’Occidente la fa, Putin la fa - dice -. Secondo me, lo stiamo facendo per le ragioni giuste e in un modo molto più adeguato, compatibile con la democrazia».
Sfondo blu per gli «aggiornamenti di intelligence» targati Londra, suddivisi in punti, con valutazioni sulla situazione sul campo - per lo più riguardo movimenti delle forze russe - anche considerazioni sulle motivazioni di Putin o sui processi decisionali al Cremlino. ‘Titolo’ della ‘slide’ su sfondo giallo. Il Regno Unito ha tre principali agenzie di intelligence (MI6, MI5 e Gchq) e c’è la Defence Intelligence (Di, dipartimento del ministero della Difesa con 4.500 esperti nell’analisi di immagini satellitari e informazioni open source), il cui logo appare sugli aggiornamenti diffusi via Twitter. Più dettagli sulle operazioni della Russia che sull’Ucraina. E su Kiev tweet sulla linea della cautela, mai notizie negative o significative riguardo l’andamento sul campo. Nulla è sfuggito a Mosca. L’Ucraina è «sotto la guida degli esperti servizi di intelligence della Gran Bretagna», hanno commentato la scorsa settimana dal ministero degli Esteri russo. E di recente Jeremy Fleming, direttore del Gchq, ha indicato come «caratteristica significativa» della guerra in Ucraina la quantità di informazioni di intelligence «declassificate così rapidamente per stare un passo avanti rispetto alle azioni di Putin».
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