La tragedia di Giulia Loffredo continua a suscitare interrogativi: oltre tre settimane dopo la morte della neonata di Acerra, molte domande rimangono senza risposta. Una delle più pressanti è se la piccola, morta tra il 15 e il 16 febbraio, potesse essere salvata. È arrivata all'ospedale già in arresto cardiaco o era ancora viva? E qual è il ruolo dei cani di famiglia, Tyson e Laika, nella vicenda?

Dettagli inquietanti emergono sulla morte di Giulia Loffredo
Un pigiamino insanguinato, che potrebbe appartenere a Giulia, è stato ritrovato non alla sua abitazione ma in un cassonetto presso la clinica Villa dei Fiori, dove il padre ha portato la bambina. Le indagini sono in corso e mantengono riservatezza, ma si sospetta che il padre possa aver cambiato la bambina prima di portarla in ospedale. Il padre, un 25enne, è al momento l'unico indagato con l'accusa di omicidio colposo. Secondo l'autopsia, il genitore non avrebbe controllato adeguatamente il proprio cane pitbull, che ha attaccato la bambina, causandone la morte.

Indagine sull'intervista al medico legale
È stato posto sotto accusa un'intervista al medico legale incaricato dell'autopsia di Giulia Loffredo, sospettata di essere stata manipolata attraverso l'intelligenza artificiale, portando a false informazioni che sono state trasmesse in un noto canale. Il procuratore Marco Del Gaudio ha riferito che le indagini sono quasi concluse, ma è necessario tempo e prudenza per evitare diffusione di false notizie.
Controversie e fake news circolano online
L'avvocato Maurizio Saliva ha iniziato azioni legali contro la diffusione di un'intervista falsa, modificata con l'intelligenza artificiale. Al centro delle fake news ci sono anche immagini di Giulia con il pitbull Tyson, che in realtà non rappresentano i veri soggetti coinvolti.