“Non è un cessate il fuoco”. Dopo i colloqui tra Russia ed Ucraina ad Istanbul da Mosca hanno deciso di ritirare le truppe da Kiev, una mossa che per molti nasconde soltanto un riposizionamento delle forze. Per affrontare il discorso nel corso della puntata del 30 marzo di Agorà, programma di Rai3 condotto da Luisella Costamagna, è ospite il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare e della difesa: “Io quando sento dire che ridurremo l’attività militare penso alla ragazza che era leggermente vergine.
I negoziati si fanno quando le armi si fermano completamente e cessano di essere usato. È un avvio, sicuramente è un passetto avanti, ma soltanto un passetto, dall’intelligence si sa che i russi stanno minando intere aree. Il campo minato non è una descalation, si mette quando c’è un consolidamento delle posizioni. Questo vogliono fare i russi, consolidare quanto hanno conquistato sul terreno e nel frattempo si riorganizzano”.
Camporini si iscrive quindi al partito di coloro che hanno pesanti dubbi sulle mosse del Cremlino: “Truppe russe stanno affluendo dai confini della Georgia. Ricordiamoci che la Georgia è uno dei tanti conflitti congelati che abbiamo nelle nostre vicinanze. Ci sono due regioni che hanno dichiarato l’indipendenza anni fa e appartenevano nella Georgia, truppe russe continuano ad essere dislocate in quell’area a protezione di queste regioni contro le richieste del governo di Tbilisi. Ora con il ritiro si indebolisce quel fronte, con il rischio - avverte il generale - che scatti qualcosa”.
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