Massimo Bossetti, il muratore originario di Mapello, attualmente sconta l'ergastolo nel carcere di Bollate, a Milano, per l'omicidio di Yara Gambirasio. Arrestato nel 2014, Bossetti ha intrapreso un percorso di riabilitazione partecipando a un progetto che favorisce il reinserimento lavorativo dei detenuti. Questo programma non solo rappresenta una forma di riabilitazione personale e professionale, ma è anche un mezzo per ridurre il rischio di recidiva.
In seguito alla sua condanna per l'assassinio di Yara Gambirasio, Bossetti ha trovato impiego presso la Coimec, un'impresa specializzata nella produzione di lamierini di finitura, attività che si discosta significativamente dal suo precedente lavoro di manutenzione di impianti per la produzione di caffè.
Massimo Bossetti, un nuovo inizio nel carcere di Bollate: le attività e la trasformazione
La Coibentazioni Termoacustiche Spa di Cormano ha offerto a Bossetti la possibilità di seguire un corso di formazione, in aggiunta a un programma su la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il muratore di Mapello è coinvolto nel Programma 2121, un'iniziativa che vede la collaborazione tra settore pubblico e privato per costruire la smart city di Mind, situata tra Milano e Rho.
Questo programma offre ai detenuti formazione e opportunità di inserimento lavorativo. Bossetti è stato trasferito nel carcere di Bollate nel 2019, dopo aver richiesto, attraverso i suoi avvocati, il trasferimento dall'istituzione penitenziaria di Bergamo, dove non esistevano sufficienti opportunità lavorative.
Da quando si trova nel carcere di Bollate, Massimo Bossetti ha mostrato immediatamente la volontà di lavorare, come abituato a fare prima del suo arresto. Dopo la chiusura dell'azienda presso cui operava come manutentore, Bossetti ha risposto alla selezione per entrare nella Coimec, dove è stato successivamente assunto.
Oltre alle sue attività lavorative, Bossetti si è distinto anche per la sua partecipazione a diverse iniziative culturali e artistiche all'interno del carcere, come concorsi di cucina e gare letterarie, mostrando una fervida attività dietro le sbarre.
Lavoro e formazione si rivelano strumenti essenziali per il reintegro sociale di chi ha commesso reati, offrendo nuove abilità e la possibilità di una vita fuori dal carcere. La collaborazione tra aziende e istituzioni è fondamentale per aumentare le opportunità di crescita dei detenuti, contribuendo alla sicurezza sociale e garantendo che, una volta liberati, possano essere cittadini produttivi e responsabili.