La tragica vicenda di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a essere al centro di nuove indagini e dibattiti mediatici. Recentemente, il programma "Ore 14" condotto da Milo Infante ha messo in luce nuovi dettagli su Andrea Sempio, un amico di lunga data di Chiara, precedentemente considerato una figura marginale. Oggi, tuttavia, Sempio è oggetto di nuove indagini come possibile autore del delitto, soprattutto a causa di una controversa impronta trovata sulla scena del crimine.
Questa impronta, denominata "impronta 33", è diventata una componente chiave delle nuove accuse. Tuttavia, la sua affidabilità è stata messa in dubbio da vari esperti. La criminologa Roberta Bruzzone ha espresso perplessità riguardo all'identificazione dell'impronta: "Non è un'impronta chiara. Solo 7-8 dettagli sono realmente comparabili, temo che l'analisi dei consulenti della procura di Pavia non sia stata delle più accurate". Questo solleva preoccupazioni su possibili forzature o interpretazioni errate, rendendo il caso ancora più complesso.
Un altro aspetto controverso riguarda le tracce alimentari trovate nella casa di Chiara. Stefano Zurlo, giornalista de "Il Giornale", ha evidenziato una contraddizione nel consumo di alcune bevande trovate in loco. "Mi ha colpito il fatto che si parlasse di una grande colazione con gli assassini. Ora sembra normale che fosse stato Stasi a bere il tè freddo, ma non è chiaro quando". Si fa riferimento all'Estathè trovato nel cestino, che conteneva solo il DNA di Alberto Stasi, l'ex fidanzato di Chiara e precedentemente condannato per il crimine.
La Bruzzone ha chiarito che sarà impossibile determinare l'orario esatto in cui Stasi avrebbe consumato l'Estathè, ma ha sottolineato un dettaglio: "È rilevante che ci sia solo il suo DNA sulla cannuccia dell'Estathè. Non credo ci possano essere altre interpretazioni". È curioso che l'immagine di Stasi come consumatore di tè freddo emerga solo ora, anni dopo e in concomitanza con le nuove indagini.
Il dibattito si estende anche alla gestione di altri indizi trovati nella spazzatura. Bruzzone ha aggiunto: "Si avevano grandi aspettative su quegli oggetti, si parlava di Fruttolo ed Estathè come se chi li avesse consumati fosse l'assassino". Questa narrazione sembra ora crollare sotto il peso di nuove interpretazioni e incertezze investigative. Mentre la posizione di Sempio è sotto nuova analisi, quella di Stasi è ancora avvolta da ombre e interrogativi. A quasi vent'anni dal delitto, il caso di Garlasco si mostra sempre più come un labirinto giudiziario e mediatico, dove ogni avanzamento sembra aprire nuove, spesso contraddittorie, direzioni. E la verità, se ancora celata, continua a eludere.
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